Nuove pene più severe per maltrattamento e uccisione di animali: la legge approvata dalla Camera

La Camera dei Deputati approva una riforma che inasprisce le pene per maltrattamenti e uccisioni di animali, segnando un cambiamento significativo nella legislazione italiana e promuovendo la loro tutela.
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Nuove pene più severe per maltrattamento e uccisione di animali: la legge approvata dalla Camera - Gaeta.it

La Camera dei Deputati ha recentemente approvato una riforma legislativa che introduce sanzioni più severe per reati legati al maltrattamento e all’uccisione di animali. Questo provvedimento rappresenta un cambiamento significativo nella legislazione italiana, confermato dal sostegno di numerosi deputati. La proposta, promossa da Michela Vittoria Brambilla, segna una nuova era per la tutela degli animali nel nostro paese, puntando a combattere la triste realtà dei maltrattamenti.

Una svolta concettuale nella legislazione animale

La riforma non si limita a inasprire le pene, ma introduce un cambiamento concettuale importante. Fino a oggi, il titolo del Codice penale relativo ai reati contro gli animali era “Dei delitti contro il sentimento dell’uomo per gli animali“. Con la nuova legge, il titolo sarà cambiato in “Dei delitti contro gli animali“. Questo cambiamento è un passo avanti significativo verso il riconoscimento degli animali come soggetti di diritto, anche se nel Codice civile continuano a essere considerati “res”, ovvero oggetti.

Michela Vittoria Brambilla ha descritto questa modifica come una “rivoluzione quasi filosofica”, un cambio di approccio che potrebbe avere effetti duraturi sulla percezione giuridica e sociale degli animali. Il nuovo inquadramento giuridico potrebbe facilitare ulteriori cambiamenti legislativi volti a migliorare le condizioni di vita degli animali e a promuovere una maggiore consapevolezza del loro benessere. Questa modifica normativa indica una crescente sensibilizzazione delle istituzioni verso la necessità di proteggere gli animali e di riconoscerli come esseri senzienti.

Inasprimento delle pene e nuove sanzioni

La riforma prevede un inasprimento delle pene in vari ambiti. Per reati di maltrattamento senza uccisione, si introduce una reclusione da 6 mesi a 2 anni, accompagnata da multe comprese tra 5.000 e 30.000 euro. Per l’uccisione di animali, la multa raddoppia, potendo arrivare a importi tra 10.000 e 60.000 euro. Anche chi organizza eventi o competizioni in cui sono coinvolti animali soggetti a sofferenze rischia sanzioni pecuniarie aumentate, fino a 30.000 euro.

I combattimenti clandestini tra animali saranno puniti con pene fino a 4 anni di reclusione e sanzioni finanziarie per i partecipanti tra 5.000 e 30.000 euro. Questa nuova legislazione è pensata per accrescere la deterrenza verso comportamenti violenti e pericolosi nei confronti degli animali, stabilendo conseguenze chiare e severe per chi sceglie di maltrattarli.

Le varie fattispecie di reato ora presentano pene commisurate alla gravità dell’azione, dimostrando un impegno legislativo verso una giustizia equa e reale. L’obiettivo è quello di ridurre i casi di maltrattamento e violenza, rendendo più difficile per i trasgressori operare senza timore di sanzioni.

Misure preventive e tutela degli animali protetti

Il nuovo testo di legge include anche misure preventive che si applicano ai casi di organizzazione di combattimenti o traffico illecito di cuccioli. Questi comportamenti saranno puniti con pene che possono arrivare fino a 18 mesi di reclusione e sanzioni pecuniarie da 30.000 euro. L’uccisione o il danneggiamento di animali altrui è ora perseguibile d’ufficio, con pene che possono arrivare fino a 4 anni di reclusione e multe tra 10.000 e 60.000 euro.

In un ulteriore passo verso la protezione della fauna selvatica, il testo di legge prevede sanzioni più severe per la cattura e la detenzione di specie protette, punibile con una reclusione fino a un anno e ammende fino a 8.000 euro. Allo stesso modo, chi distrugge habitat in aree protette può affrontare pene da uno a due anni e multe raddoppiate a 6.000 euro.

Queste misure sono state pensate per garantire una protezione adeguata agli animali e alle loro aree di vita, contribuendo a una maggiore responsabilità nei confronti dell’ambiente e della biodiversità.

Divieti e aggravanti

Tra le innovazioni più discusse c’è l’introduzione di un divieto nazionale per tenere animali alla catena, regolamentato con multe che variano tra 500 e 5.000 euro. Questa norma ha sollevato polemiche, poiché alcuni gruppi hanno criticato le eccezioni previste rispetto a normative regionali già esistenti e più restrittive.

La legge stabilisce anche aggravanti per i reati compiuti alla presenza di minori, o contro più animali, rendendo i reati più gravi e sanzionabili in modo più severo. Per quanto riguarda l’abbandono e la detenzione in condizioni inadeguate, le sanzioni aumentano fino a 10.000 euro, con una soglia minima fissata a 5.000 euro. Le norme del Codice della strada si applicano anch’esse ad abbandoni in prossimità di aree stradali, con pene ulteriori per chi trasgredisce.

Una riforma attesa dalla società

La nuova legislazione rappresenta un cambiamento significativo che molti in Italia attendevano. Michela Vittoria Brambilla ha dichiarato che questa legge riflette un sentimento di indignazione diffuso tra i cittadini nei confronti della malattia sociale rappresentata dai maltrattamenti verso gli animali. La modifica legislativa arriva in un momento in cui la società è sempre più consapevole e sensibile verso la causa degli animali, trasversale a ogni orientamento politico.

I cambiamenti previsti sono una risposta diretta alla percezione di impunità con cui spesso si affrontano i reati contro gli animali. L’approvazione di questa legge rappresenta una reale opportunità per promuovere il rispetto e la tutela dei diritti degli animali, segnando un passo importante verso una società più giusta e consapevole.

Ultimo aggiornamento il 21 Novembre 2024 da Laura Rossi

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