Nuove polemiche per un laboratorio sull’identità di genere per minori all’Università Roma Tre

L’Università Roma Tre è al centro di una controversia per l’approvazione di un laboratorio per bambini sull’identità di genere, promosso da membri della facoltà di Scienze della Formazione. L’iniziativa ha suscitato critiche da parte dell’organizzazione Pro Vita & Famiglia, che chiede chiarimenti al Rettore e trasparenza riguardo all’uso di fondi pubblici e alle fonti scientifiche…
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Nuove polemiche per un laboratorio sull'identità di genere per minori all'Università Roma Tre - Gaeta.it

Nuove polemiche per un laboratorio sull’identità di genere per minori all’Università Roma Tre

Una recente controversia ha coinvolto l’Università Roma Tre, dopo l’approvazione di un laboratorio per bambini, incentrato sull’identità di genere e promosso da membri della facoltà di Scienze della Formazione. L’iniziativa ha suscitato forti critiche e sollevato interrogativi sull’adeguatezza dei suoi obiettivi, portando l’organizzazione Pro Vita & Famiglia a lanciare una petizione nazionale per chiedere la revoca del progetto. Il Rettore Massimiliano Fiorucci, coinvolto anche nel panorama della pedagogia italiana, è al centro di questa disputa.

Il laboratorio e le sue origini

Il laboratorio in questione è stato ideato da Michela Mariotto e Maric Martin Lorusso, due figure legate all’associazione GenderLens, nota per la sua attivizzazione a favore dell’identità di genere fluida tra i minorenni. Secondo i promotori, il laboratorio è concepito come uno ‘spazio ludico-creativo’ in cui i bambini dai 5 ai 14 anni esplorerebbero la loro identità di genere attraverso attività artistiche e di gioco. L’iniziativa è stata presentata come un’opportunità per sensibilizzare i più giovani su temi di uguaglianza e accettazione.

Tuttavia, il suo approccio è stato percepito da alcuni come ideologico, suscitando preoccupazioni riguardo alla protezione dei minori e alla necessità di un contesto scientifico rigoroso. Le criticità sollevate da Pro Vita & Famiglia evidenziano l’importanza di considerare le implicazioni etiche e sociali di progetti del genere, specialmente quando coinvolgono minori.

Richieste di chiarimento al rettore

In risposta all’approvazione del laboratorio, Pro Vita & Famiglia ha inviato una PEC al Rettore Fiorucci, esigendo chiarimenti approfonditi. Le domande poste riguardano vari aspetti essenziali del progetto, dalla tipologia di attività proposte agli strumenti educativi che verranno utilizzati. Inoltre, l’associazione chiede trasparenza riguardo alle fonti scientifiche che sono state utilizzate per approvare l’iniziativa e se siano stati forniti fondi pubblici per la sua realizzazione.

Un punto di particolare attenzione è, infatti, l’utilizzo di risorse finanziate con soldi pubblici, il che sottolinea la responsabilità dell’Università nell’assicurare che tali iniziative rispettino standard elevati dal punto di vista etico e scientifico. Le domande sollevate da Pro Vita & Famiglia includono anche se il Comitato Etico abbia esaminato l’attività politica dei promotori, che influenzerebbe il contesto in cui il laboratorio viene presentato.

Il coinvolgimento delle istituzioni

In un contesto di crescente disapprovazione, Pro Vita & Famiglia non si è limitata a chiedere chiarimenti al Rettore, ma ha esteso la richiesta anche al Ministro dell’Università, Anna Maria Bernini. L’intento è di garantire che il laboratorio rispetti le linee guida stabilite dai bandi di finanziamento e che non comprometta l’integrità della ricerca accademica.

La questione ha attirato l’attenzione dei media e ha acceso una discussione più ampia sulle politiche educative riguardanti l’identità di genere, sulle pratiche pedagogiche adottate nelle scuole e sull’influenza delle ideologie politiche nei programmi formativi. Il dibattito è acceso e coinvolge diversi settori, compresi quelli accademici, educativi e sociali, rendendo la richiesta di trasparenza e verifica ancora più rilevante.

In questo clima di tensione, l’Università Roma Tre si trova a dover rispondere non solo alle domande dell’opinione pubblica, ma anche a quelle della sua comunità accademica, mentre la questione dell’identità di genere rimane al centro del dibattito culturale e politico nel paese.

Ultimo aggiornamento il 24 Settembre 2024 da Armando Proietti

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