L’agricoltura sta vivendo un periodo di cambiamento significativo, con l’emergere di nuovi profili professionali che rispondono a esigenze sempre più sofisticate. Ruoli come data analyst, green manager e biodiversity champion stanno diventando fondamentali, mentre gli agrinfluencer stanno guadagnando visibilità nel panorama agrario. Questi cambiamenti sono particolarmente evidenti tra i giovani, che si configurano come i principali attori di questa transizione.
Il costoso accesso alla terra e la necessità di cambiamento
L’accesso alla terra è uno degli ostacoli maggiori per i giovani imprenditori agricoli. Attualmente, il prezzo della terra agricola si aggira intorno ai 29 mila euro per ettaro, rendendola una risorsa estremamente costosa e difficile da acquisire per le nuove generazioni. La questione è stata sollevata durante l’Assemblea annuale dell’Agia – Associazione dei giovani imprenditori agricoli di Cia, di recente tenutasi a Roma. Qui, è emersa la necessità di superare stereotipi obsoleti e dare spazio a nuove idee e approcci nel settore.
L’Agia ha condiviso dati preoccupanti dal Rapporto 2024 Pianeta Psr, sottolineando che le aziende agricole giovanili in Italia sono quasi 53 mila, ma hanno subito un calo dell’8,5% negli ultimi sei anni. Solo nell’ultimo anno, la diminuzione è stata del 4,8%, il che evidenzia una preoccupante tendenza all’invecchiamento demografico nel comparto. Discorso a parte si fa per l’abbandono delle aree interne, dove i giovani emigrano in proporzione doppia rispetto alla popolazione generale, circa il 6% della loro fascia.
Valore economico e produttività delle aziende giovanili
Nonostante le difficoltà, emerge un dato positivo relativo alla capacità di generare reddito da parte delle aziende agricole giovanili. Secondo l’analisi di Agia – Cia, le imprese sotto i 40 anni hanno una redditività che supera la media europea, con un fatturato medio di 82,5 mila euro a impresa, rispetto ai 50 mila euro delle altre aziende. Questo potrebbe sembrare in contraddizione con l’idea di un comparto in crisi, ma rappresenta un’incredibile opportunità per coloro che riescono a superare gli ostacoli iniziali.
La produttività per superficie si attesta a 4,5 mila euro per ettaro, ponendo l’Italia in una posizione di rilievo rispetto agli altri Paesi europei. Secondo l’Osservatorio Smart Agrifood, il paese si distingue anche per una crescente specializzazione nelle coltivazioni ad alto valore aggiunto e per un mercato dell’agricoltura 4.0 valutato in 2,1 miliardi di euro, in crescita dell’8% annualmente. Questo porta a un aumento significativo delle aziende agricole che adottano tecnologie moderne.
Verso una nuova cultura agraria
Il presidente nazionale di Agia-Cia, Enrico Calentini, ha fatto eco al desiderio di veder svanire i luoghi comuni riguardanti la figura del giovane agricoltore. “Non basta un pezzo di terra per fare impresa, né solo due braccia per portarla avanti,” ha affermato. Per prosperare, gli agricoltori hanno bisogno di competenze specifiche, un capitale iniziale adeguato e garanzie solide anche per i finanziamenti più piccoli. Questa nuova generazione deve abbracciare competenze manageriali e soft skill che vanno oltre la mera resilienza. Tuttavia, la mancanza di infrastrutture adeguate e di servizi di supporto rende complicato il lavoro in agricoltura.
In sostanza, il futuro dell’agricoltura italiana si gioca sulla capacità di attrarre e sostenere i giovani, innovando per rendere il settore più accessibile e redditizio. Le nuove professioni stanno già cominciando a cambiare il volto dell’agricoltura, portando fresche idee e strategie che potrebbero garantire una crescita sostenibile.
Ultimo aggiornamento il 18 Dicembre 2024 da Sara Gatti