Nuove proteste in Italia: il 2025 si apre con 54 scioperi programmati nei trasporti e nelle scuole

Nuove proteste in Italia: il 2025 si apre con 54 scioperi programmati nei trasporti e nelle scuole

Il 10 gennaio 2025 inizia una serie di proteste in Italia, con 54 scioperi programmati che colpiranno trasporti pubblici e scuole, evidenziando il malcontento per salari e condizioni lavorative.
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Nuove proteste in Italia: il 2025 si apre con 54 scioperi programmati nei trasporti e nelle scuole - Gaeta.it

Il 10 gennaio 2025 segna l’avvio di una serie di proteste in tutto il territorio italiano, con ben 54 scioperi già pianificati. Queste azioni di mobilitazione stanno generando disagi significativi, principalmente nel settore dei trasporti pubblici e nelle scuole, dove il personale docente e ATA aderente al sindacato CSLE ha indetto uno stop di un’intera giornata. Anche il trasporto aereo non è esente da ripercussioni, con varie interruzioni che interessano aeroporti strategici da Milano a Venezia e Pisa.

Sciopero dei trasporti pubblici: ecco cosa sta succedendo

A Milano, i lavoratori dell’ATM, l’azienda dei trasporti locali, sospenderanno il servizio metropolitano e quello delle linee di superficie dalle 8.45 alle 12.45. A Palermo, lo sciopero avrà una durata simile, estendendosi dalle 8.30 alle 12.30. Per quanto riguarda il settore ferroviario, il personale di RFI, incaricato della manutenzione delle infrastrutture, si fermerà per 24 ore. Tuttavia, questa interruzione non avrà un impatto sulla circolazione dei treni di Trenitalia, garantendo così la mobilità per un’ampia utenza.

Nella capitale, Roma, e a Napoli, le proteste interesseranno le reti locali per un arco di tempo di quattro ore. Venezia, al contrario, non ha registrato adesioni significative e mantiene i servizi regolari, una notizia positiva per i pendolari e i turisti che si trovano nella città lagunare. Questi scioperi riflettono una crescente tensione tra i lavoratori e le istituzioni, poiché molti dipendenti sentono di non avere tutela sufficiente rispetto alle loro condizioni di lavoro.

Le motivazioni alla base delle proteste

Le ragioni dietro a queste agitazioni sono radicate nella denuncia di condizioni economiche e contrattuali deficitarie. I lavoratori lamentano salari inadeguati che non rispondono al costo della vita e orari di lavoro considerati insostenibili. La Faisa-Confail, un sindacato di categoria, ha espresso forte critica verso i contratti collettivi nazionali, ritenuti inadeguati a garantire la protezione e i diritti dei lavoratori. Queste condizioni hanno dunque spinto i dipendenti a scendere in piazza, evidenziando come la situazione economica e sociale stia diventando sempre più insoddisfacente per un numero crescente di professionisti.

L’assenza di un adeguato supporto istituzionale e finanziario ha alimentato un clima di incertezza che ora culmina in queste manifestazioni. Molti lavoratori si sentono ormai privi di voce e sostegno, il che rende giustificabili le loro richieste di cambiamento immediato. A fronte di queste problematiche, le mobilitazioni di gennaio rappresentano solo l’inizio di un anno che si preannuncia ricco di tensione.

Uno sguardo agli scioperi programmati per il 2025

Il 2025 si prospetta come un anno ricco di mobilitazioni, specialmente considerando che, nel 2024, si sono registrati ben 622 scioperi. Già all’inizio di gennaio sono programmati oltre 50 eventi di protesta, tra i quali spiccano quelli dei metalmeccanici, previsti per il 13, 14 e 15 gennaio. Questo clima di agitazione proseguirà con ulteriori fermate nel settore ferroviario attese per il weekend del 25 e 26 gennaio.

L’intensità delle azioni di sciopero pianificate dimostra il crescente malcontento di molti settori della società, che sembra destinato a influenzare non solo i servizi pubblici ma anche l’economia in generale. Mentre il governo e i datori di lavoro si preparano ad affrontare queste sfide, resta da vedere come risponderanno alle crescenti richieste dei lavoratori. La mobilitazione diffusa rappresenta un chiaro segnale della necessità di riforme che possano risolvere le problematiche radicate nei vari ambiti lavorativi.

Ultimo aggiornamento il 10 Gennaio 2025 da Sofia Greco

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