Nuove regole INPS: come i lavoratori possono richiedere la rendita vitalizia anche per contributi prescritti

Nuove regole INPS: come i lavoratori possono richiedere la rendita vitalizia anche per contributi prescritti

L’INPS introduce nuove disposizioni sulla rendita vitalizia, consentendo ai lavoratori di includere contributi non versati nella richiesta, garantendo maggiore tutela e diritti previdenziali anche in caso di omissioni.
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Nuove regole INPS: come i lavoratori possono richiedere la rendita vitalizia anche per contributi prescritti - Gaeta.it

L’INPS ha recentemente chiarito le nuove disposizioni riguardanti la rendita vitalizia per i lavoratori in caso di periodi di contribuzione mancante. Con il Decreto Lavoro, entrato in vigore con la Legge n. 203 del 2024, è emerso un diritto inedito, che permette ai lavoratori di includere anche i contributi non versati dal datore di lavoro, anche se prescritti, nella richiesta di rendita vitalizia. Questo cambiamento rappresenta un’importante novità nel panorama della previdenza sociale, garantendo maggiore tutela a chi ha visto omessi i propri diritti contributivi.

Il diritto di richiesta della rendita vitalizia

La circolare dell’INPS del 12 gennaio 2025 specifica che, a partire dalla data dell’entrata in vigore della legge, i lavoratori e i loro superstiti possono chiedere la costituzione della rendita vitalizia, anche in assenza di un versamento di contributi specifici da parte dei datori di lavoro. Ciò significa che, se un lavoratore non ha ricevuto i contributi dovuti, ha la possibilità di intervenire personalmente per saldare la situazione, anche dopo la scadenza di prescrizione. Tale innovazione mira a fornire un ulteriore strumento di sostegno per i lavoratori, i quali potranno garantire un reddito pensionistico vitale anche in caso di disguidi contributivi.

L’INPS sottolinea che questa opportunità è esclusivamente riservata al lavoratore, il quale dovrà farsi carico di ogni onere relativo alla richiesta. Inoltre, il diritto sorge soltanto quando non è più possibile richiedere la rendita vitalizia né da parte del datore di lavoro né dal lavoratore stesso quando questo si sostituisce al primo. Questa specifica è di fondamentale importanza, in quanto definisce chiaramente i confini di responsabilità tra lavoratore e datore di lavoro in merito alla contribuzione.

Modifiche all’articolo 13 della legge del 1962

Il Decreto Lavoro ha apportato modifiche significative alla legge del 1962 riguardante la rendita vitalizia, introducendo un settimo comma all’articolo 13. Questa aggiunta stabilisce la regola che permette ai lavoratori di salvaguardare i propri diritti pensionistici, oltrepassando limiti e prescrizioni precedentemente esistenti. L’intento di questa modifica è non solo quello di regolarizzare la situazione dei contributi non versati, ma anche di incoraggiare i lavoratori a prendersi carico della propria pensione, fornendo loro nuovi strumenti per farlo.

L’INPS, chiarendo queste disposizioni, invita i lavoratori a informarsi e a considerare l’opzione della rendita vitalizia come un’opportunità per recuperare diritti non adeguatamente tutelati fino ad oggi. La possibilità di attivare questa richiesta postuma amplia le prospettive di sicurezza economica per chi si avvicina alla pensione, fornendo una rete di protezione in un sistema talvolta complesso e inadeguato.

Riassumendo, le recenti novità introdotte dal Decreto Lavoro hanno il potenziale di trasformare la relazione tra lavoratori e sistema previdenziale, offrendo al primo la possibilità di rivendicare in modo efficace i propri diritti. Questo rappresenta un passo importante verso una maggiore equità nel mondo del lavoro e nella gestione della previdenza sociale, un tema di crescente rilevanza in un’epoca di cambiamenti economici e sociali.

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