Dal 2025, i viaggiatori europei che desiderano entrare nel Regno Unito dovranno affrontare procedure più rigorose per ottenere l’autorizzazione necessaria. A partire dal 2 aprile 2025, il governo britannico richiederà l’autorizzazione elettronica preventiva , un passo significativo verso un sistema di immigrazione che punta a garantire maggior sicurezza alle frontiere. Scopriamo nel dettaglio questa nuova misura e come influenzerà il turismo.
come funzionerà l’eta
L’autorizzazione elettronica ETA, necessaria per entrare nel Regno Unito, avrà un costo di 10 sterline, corrispondenti a circa 12 euro. Sarà obbligatoria per tutti i cittadini europei, italiani inclusi, che pianificano di viaggiare in Regno Unito, anche se solo per un breve scalo. La decisione di adottare l’ETA è stata ufficialmente comunicata dal governo britannico il 10 settembre e rappresenta un tentativo di rafforzare la sicurezza sfruttando le più recenti tecnologie nel settore dell’immigrazione.
Saranno esentati quelli che possiedono la cittadinanza irlandese, così come gli europei già residenti nel Regno Unito. Ma come si richiede l’ETA? A partire dal 5 marzo 2025, sarà possibile fare domanda online attraverso il sito ufficiale o un’app dedicata. Durante la procedura, i richiedenti dovranno fornire informazioni dettagliate, tra cui i dati del passaporto, una foto recente e rispondere a domande collegate alla sicurezza. Una volta inviata la richiesta, il governo prevede di fornire una risposta entro tre giorni.
Se la domanda verrà accettata, l’ETA rimarrà valida per due anni e consentirà viaggi multipli per un massimo di sei mesi a scopo turistico. In caso di rifiuto, non sarà possibile presentare un’altra richiesta; sarà necessario ottenere un visto per entrare nel Paese. Questa nuova misura si inserisce in un quadro di maggiore attenzione alla sicurezza per il Regno Unito, destinato a riguardare anche i cittadini britannici che viaggeranno nell’Unione Europea dove dovranno richiedere un permesso simile.
ripercussioni sul turismo
L’introduzione dell’ETA ha sollevato polemiche e preoccupazioni nel settore turistico. Tra le critiche più incisive, il quotidiano britannico Independent ha riportato che i turisti provenienti dai Paesi arabi del Golfo, come Emirati Arabi, Bahrain, Kuwait, Oman, Qatar e Arabia Saudita, potrebbero evitare Londra come scalo a causa delle complicazioni che possono sorgere dalla necessità di ottenere l’ETA. Questi paesi già richiedono permessi speciali per l’accesso al Regno Unito e l’aggravamento della procedura potrebbe dissuadere i viaggiatori.
In particolare, l’Irlanda del Nord si sta dimostrando particolarmente vulnerabile. L’Alleanza Turistica dell’Irlanda del Nord ha dichiarato che circa il 60% dei turisti non britannici che visitano l’Irlanda del Nord si recano anche nella Repubblica d’Irlanda. L’ente teme che la nuova autorizzazione impatti negativamente sull’afflusso dei visitatori sull’isola. Quando i turisti percepiranno l’aggravio burocratico, potrebbero decidere di escludere Belfast e altre località nordirlandesi dai loro itinerari.
Allo stesso modo, si prevede che anche l’Unione Europea possa introdurre un sistema simile, noto come Etias . Con un costo di 7 euro e una validità di tre anni, l’Etias mira a semplificare i procedimenti per i viaggiatori e migliorare la sicurezza alle frontiere. Le prospettive di un sistema di autorizzazione così strutturato in Europa si allineano con le iniziative intraprese dal Regno Unito, mascherando a delineare un nuovo panorama per i viaggi in Europa e oltre.
Le nuove regole di viaggio echeggiano un cambiamento significativo nel modo in cui siamo abituati a pensare alle frontiere e al turismo. Con la crescente interconnessione globale, politiche di sicurezza più severe potrebbero trasformare il settore e la sua accessibilità.