Nuove regole sull'etichettatura della frutta secca: l'origine diventa obbligatoria in Europa

Nuove regole sull’etichettatura della frutta secca: l’origine diventa obbligatoria in Europa

L’Unione Europea introduce l’etichettatura obbligatoria per i cibi, inclusa la frutta secca, a partire dal 2025, per garantire trasparenza e sicurezza alimentare ai consumatori.
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Nuove regole sull'etichettatura della frutta secca: l'origine diventa obbligatoria in Europa - Gaeta.it

L’introduzione dell’etichettatura obbligatoria dei cibi nell’Unione Europea rappresenta un passo significativo verso la trasparenza e la fiducia dei consumatori nel mercato alimentare. In seguito all’emergenza mucca pazza, iniziata nel 2002, la normativa ha subito notevoli sviluppi e ora si espande a nuovi tipi di prodotti alimentari, inclusi quelli della frutta secca. Questo cambiamento normativo, che entrerà in vigore nel 2025, fa parte di un processo di rafforzamento delle garanzie riguardanti la provenienza e la sicurezza alimentare.

L’importanza dell’etichettatura obbligatoria

La legge sull’etichettatura ha lo scopo di garantire che i consumatori siano informati riguardo l’origine degli alimenti che acquistano. Questo è particolarmente cruciale in un settore come quello della frutta secca, dove la qualità può variare notevolmente a seconda del Paese di produzione. Ad oggi, l’obbligo di indicare l’origine si applica a diversi prodotti, tra cui frutta secca sgusciata e essiccata, nonché a vari altri alimenti freschi e trasformati. Le indicazioni devono essere chiare e visibili, con il nome del Paese evidenziato rispetto a quello dove avviene l’imballaggio.

Questa iniziativa ha come obiettivo quello di ripristinare la fiducia dei consumatori nei prodotti agroalimentari e di prevenire i rischi associati a pratiche di produzione non conformi. Ciò è particolarmente rilevante per i prodotti provenienti dall’estero, dove le normative sui pesticidi e la sicurezza alimentare possono differire notevolmente.

La situazione della produzione di frutta secca in Italia

L’analisi della produzione di frutta secca in Italia, e in particolare in Calabria, offre uno sguardo interessante su come la normativa influenzi il mercato locale. Secondo i dati forniti da ISTAT, in Calabria operano 414 aziende che coltivano mandorle su 338 ettari, mentre le nocciole sono prodotte da 310 aziende su 293 ettari. Il pistacchio, seppur in minoranza, conta 7 aziende su una superficie di soli 6 ettari. Questi numeri mostrano un trend positivo, grazie anche ai finanziamenti del PSR volti a incentivare nuovi impianti, specialmente per le nocciole.

L’adeguamento alle nuove norme Ue potrebbe comportare beneficiosi diretti ai produttori locali, che, presentando una chiara etichettatura dell’origine, saranno in grado di valorizzare la qualità dei loro prodotti. Questo è un fattore chiave in un mercato dove i consumatori sono sempre più attenti alla provenienza e alla qualità degli alimenti.

Le sfide legate all’importazione e alla trasparenza

Nonostante i progressi, il settore della frutta secca si trova ancora a fronteggiare importanti sfide, in particolare per quanto riguarda i prodotti importati. Ad ora, molti consumatori non hanno informazioni sull’origine della frutta secca utilizzata in prodotti come le creme di nocciole. Sebbene alcuni produttori stiano adottando protocolli di trasparenza, la mancanza di obbligo di indicazione per la frutta secca destinata alla trasformazione rappresenta un’area problematica.

Un’attenzione particolare è necessaria per i prodotti importati, come le nocciole turche e i pistacchi iraniani, che spesso non rispettano le stesse normative europee in materia di sicurezza alimentare. Il rischio di contaminazione con residui di pesticidi e altre sostanze pericolose solleva preoccupazioni non solo per la salute dei consumatori, ma anche per la competitività dei produttori internazionali che operano secondo standard più elevati.

L’approvazione delle nuove norme è una risposta diretta a queste questioni. A partire dal 1° gennaio 2025, l’indicazione dell’origine diventerà obbligatoria per la frutta secca sgusciata, rendendo la filiera alimentare più trasparente e contribuendo a garantire una maggiore sicurezza per i consumatori.

Ultimo aggiornamento il 24 Gennaio 2025 da Donatella Ercolano

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