Il caso di Saman Abbas, la giovane studentessa di 18 anni il cui corpo è stato ritrovato dopo un anno e mezzo dalla sua sparizione, continua a tenere alta l’attenzione mediatica. I genitori di Saman, Shabbar Abbas e la moglie, attualmente coinvolti in un processo di appello, hanno parlato in Corte di assise esprimendo il loro dolore e ribadendo la loro estraneità all’omicidio della figlia.
Il dolore dei genitori e le loro dichiarazioni in Corte
Shabbar Abbas, condannato all’ergastolo in primo grado, ha rilasciato una intensa dichiarazione in cui ha sottolineato quanto sia stata difficile la crescita dei figli. “Voglio precisare che non siamo stati noi genitori a uccidere nostra figlia. Abbiamo fatto molta fatica a crescere i nostri figli,” ha detto l’imputato, unendosi al coro di dolore e sofferenza per la morte della giovane. La sua testimonianza mostra una profonda tristezza che perdurerà nella sua vita. Le parole di Abbas vengono direttamente dal cuore e chiariscono il suo punto di vista; il padre sostiene di essere rimasto all’oscuro delle dinamiche che hanno portato alla scomparsa della figlia.
Aggiungendo dettagli sul 30 aprile e il 1 maggio 2021, giorni in cui Saman è scomparsa, Abbas ha reso noto che, al momento della chiamata della figlia, era buio e non c’era nulla che potesse far presagire un evento tragico. La tensione emotiva si percepisce nel suo racconto, mentre cerca di spiegare le circostanze in cui si trovava. “Uscii di casa per vedere che non facessero qualcosa di grave, ma non ho visto nessuno, non ho sentito nessuna voce,” afferma Abbas, illustrando così una situazione di confusione e impotenza.
La chiamata di Saman e il contesto familiare
Il passaggio della chiamata di Saman, fatta poco prima della sua scomparsa, è stato un momento cruciale nel suo racconto. “Pochi momenti prima c’era stata una chiamata di Saman, che aveva fatto dal bagno: ha detto ‘vieni a prendermi’,” ha raccontato il padre. Questa telefonata ha aggiunto tensione all’intera vicenda, poiché Abbas pensava che la giovane avesse bisogno del supporto di un amico. Tuttavia, le sue intenzioni di intervenire si sono scontrate con una realtà ben più complessa e tragica.
Emerge un quadro familiare conflittuale, in cui Abbas, nel raccontare l’accaduto, sembra cercare di creare un legame con il pubblico, sottolineando l’affetto e il desiderio di protezione. L’idea che la chiamata fosse rivolta ad un ragazzo, la cui cattiva influenza presuntivamente Abbas voleva ostacolare, suggerisce un contesto di preoccupazione e paura per il benessere della figlia.
Il viaggio in Pakistan e le conseguenze legali
Il racconto si conclude con un importante passo: la partenza della famiglia per il Pakistan subito dopo la scomparsa di Saman. “Poi siamo partiti per il Pakistan,” afferma Abbas, un dettaglio che ha sollevato ulteriori domande sia a livello legale che intorno alla dinamica familiare. Questo viaggio può sembrare una fuga, ma per i genitori rappresenta anche una fuga da un dolore insopportabile e da una situazione che non riescono a comprendere.
Sebbene il processo sia ancora in corso e i dettagli continuino ad emergere, la posizione di Abbas e sua moglie sembra ben definita: cercano giustizia per la loro figlia e affermano la loro innocenza, mentre l’intera comunità si interroga su una tragedia che ha colpito nel profondo l’opinione pubblica. Resta da vedere come si evolveranno le prossime udienze e quali ulteriori rivelazioni potrebbero venire a galla in questa complessa vicenda.