Il caso di Liliana Resinovich, la donna trovata senza vita a Trieste oltre tre anni fa, ha preso una nuova direzione grazie a una recente perizia. Scomparsa il 14 dicembre 2021 e ritrovata il 5 gennaio 2022 in un boschetto, la sua morte, inizialmente ritenuta un suicidio, è ora sotto una nuova luce. L’analisi, condotta da un team di esperti guidato dall’antropologa forense Cristina Cattanero, presenta indizi che potrebbero invocare una revisione totale delle circostanze della sua morte e spostare l’indagine verso un’ipotesi di omicidio.
Ritorno sui fatti: la scomparsa e il ritrovamento
Liliana Resinovich scomparve il 14 dicembre 2021. La sua vicenda ha tenuto banco per settimane nei media, un mistero avvolto da un velo di angoscia e tristezza. Il suo corpo fu ritrovato in circostanze inquietanti, chiuso in due sacchi neri. La posizione del cadavere e il modo in cui era stato occultato avevano già sollevato domande su un possibile intervento di terzi. Tuttavia, le prime indagini si erano concentrate sull’ipotesi di un suicidio, chiudendo la questione in fretta e furia.
Fino ad oggi, il caso aveva visto un processo di archiviazione imminente, ma le nuove scoperte hanno riaperto la questione in modo radicale. È interessante notare come l’ipotesi di suicidio fosse al centro delle indagini iniziali, ma ora sembra allontanarsi con l’emergere di prove che indicano un possibile soffocamento. Quest’analisi cambia il modo in cui la vicenda viene percepita dalla comunità e dagli investigatori stessi, con un’inchiesta diventata fondamentale per la giustizia.
I dettagli della nuova perizia
La super perizia, depositata nella notte tra venerdì e sabato, è il risultato di un approfondito esame del corpo riesumato di Liliana. Il team di esperti, composto da professionisti come i medici legali Stefano Tambuzzi e Biagio Eugenio Leone, oltre all’entomologo Stefano Vanin, ha fornito indicazioni significative. La traslazione della causa della morte, da un sospetto scompenso cardiaco acuto a un’asfissia provocata da un intervento esterno, è un cambiamento cruciale.
Questo sconvolge gli esiti della prima autopsia, aprendo a nuove possibilità investigative. Gli esperti hanno osservato segni che avrebbero potuto indicare un’interazione forzata, portando a considerare nuovi elementi di prova che potrebbero essersi presentati o sfuggiti nel corso delle prime indagini. L’esigenza di approfondire ulteriormente alcuni dettagli chiave è ora fondamentale per stabilire una connessione tra gli indizi e i potenziali sospetti.
L’evoluzione dell’indagine e le prospettive future
A fronte delle nuove evidenze, il giudice per le indagini preliminari Luigi Dainotti ha rigorosamente respinto la richiesta della Procura di archiviazione, consentendo di mantenere attivo il fascicolo aperto il 22 dicembre 2021. Questo fascicolo, originariamente incentrato su accuse di sequestro di persona, si è trasformato in una vera e propria indagine per omicidio.
La svolta investigativa ha suscitato un grande interesse pubblico, attirando nuovamente l’attenzione sull’intera vicenda di Liliana. L’idea che la sua morte non sia stata un gesto estremo ma piuttosto il risultato di un atto violento arriva come un fulmine a ciel sereno. Con il proseguire delle indagini, ci si aspetta che vengano portati alla luce elementi utili per identificare eventuali colpevoli e chiarire i misteri che circondano il suo tragico destino. Le autorità stanno ora esaminando ogni pista, pronta a seguire il filo di questa nuova narrazione, nel tentativo di fornire finalmente risposte alla famiglia e alla comunità.