Nuove scoperte sul pomodoro: biopesticidi e polveri nutrizionali dai rifiuti vegetali

Nuove scoperte sul pomodoro: biopesticidi e polveri nutrizionali dai rifiuti vegetali

La ricerca dell’ENEA e dell’Università della Tuscia evidenzia come gli scarti della lavorazione del pomodoro possano diventare biopesticidi e ingredienti nutrizionali, promuovendo sostenibilità in agricoltura.
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Nuove scoperte sul pomodoro: biopesticidi e polveri nutrizionali dai rifiuti vegetali - Gaeta.it

Recenti studi condotti dal laboratorio ENEA Biotecnologie Green in collaborazione con l’Università della Tuscia hanno messo in luce l’importanza degli scarti della lavorazione del pomodoro per lo sviluppo di nuovi biopesticidi e ingredienti funzionali. In un’epoca in cui la sostenibilità ambientale e alimentare è al centro dei dibattiti globali, questa ricerca rappresenta una significativa innovazione nel campo dell’agricoltura e della nutrizione.

Le sfide causate da fitopatogeni

Nel contesto agricolo, i fitopatogeni, come il batterio Pseudomonas syringae e il fungo Fusarium graminearum, sono tra i principali responsabili delle malattie che colpiscono i raccolti. Questi microorganismi possono causare perdite ingenti nella produzione agricola, in particolare per colture di pomodoro, che sono fondamentali per l’economia di molti paesi, Italia inclusa. Le pressioni derivanti da questi patogeni spingono i ricercatori a cercare soluzioni innovative e sostenibili, limitando l’uso di pesticidi chimici nocivi.

Il team di ricerca, composto da esperti come Maria Sulli e Gianfranco Diretto, si sta concentrando su come gli estratti ricavati dagli scarti della lavorazione del pomodoro possono offrire alternative al controllo di queste malattie. L’idea di utilizzare risorse naturali, come i fenoli, per le loro proprietà antimicrobiche e antimicotiche rivela un potenziale significativo per lo sviluppo di biopesticidi, contribuendo così a un’agricoltura più sostenibile.

Il pomodoro: un’importante coltura globale

Con oltre 189 milioni di tonnellate prodotte nel 2021, il pomodoro è una delle piante più coltivate al mondo. La sua importanza non si limita solo ai numeri: si tratta di un ingrediente fondamentale in molte cucine e dietetiche. In particolare, l’Italia emerge come il principale produttore di pomodori nell’Unione Europea, generando circa 6,64 milioni di tonnellate, che rappresentano il 36,7% della produzione totale dell’UE. Tali statistiche evidenziano non solo la rilevanza economica della coltivazione del pomodoro, ma la sua imprescindibile presenza nel panorama gastronomico continentale.

Nonostante il suo enorme successo agricolo, la lavorazione del pomodoro genera una notevole quantità di scarti, che finora sono stati poco valorizzati. Tuttavia, la recente ricerca condotta dall’Università della Tuscia e dall’ENEA ha mostrato che queste sanse contengono un elevato livello di molecole antiossidanti benefiche per la salute. Grazie a tali scoperte, si intendono aprire nuove vie per l’impiego di questi materiali spesso considerati rifiuti, trasformandoli in risorse preziose.

Innovazione nelle proprietà nutrizionali delle sanse

Lo studio pubblicato sulla rivista Food Chemistry ha preso in esame le proprietà nutrizionali delle sanse derivanti da diverse varietà di pomodoro, come il San Marzano, il Sun Black e il Colorless fruit epidermis, cercando di individuare le molecole benefiche rimaste nei sottoprodotti della lavorazione. Questo approccio nuovo e scientifico non solo contribuisce a ridurre gli sprechi, ma permette di scoprire applicazioni nutrizionali inaspettate. I risultati rivelano che le sanse contengono un altissimo contenuto di antociani, flavonoidi e altre sostanze bioattive, identificando il pomodoro Sun Black come particolarmente ricco di queste molecole, con percentuali notevoli rispetto alle altre varietà.

L’analisi ha reso evidente come il Sun Black possa essere utilizzato per arricchire alimenti come pasta, pane e biscotti, migliorando così il profilo nutrizionale di questi prodotti, aumentando il contenuto di antiossidanti e fibre. Ciò contribuisce a promuovere una dieta sana, nella quale alimenti comuni vengono potenziati attraverso ingredienti ricchi di benefici per la salute.

Prospettive future: trial clinici e integrazione alimentare

Lara Costantini, coordinatrice del progetto e ricercatrice presso il laboratorio di Nutrizione Cellulare e Molecolare dell’Università della Tuscia, ha illustrato come l’utilizzo delle polveri di pomodoro ricavate dalle sanse potrebbe rappresentare una vera e propria svolta nel campo della nutrizione. Attualmente, il team di ricerca è impegnato in sperimentazioni cliniche per analizzare l’efficacia di queste polveri in diversi alimenti e il loro potenziale impatto sulla salute umana.

Le prospettive di questo approccio innovativo sono numerose e convincenti: migliorare l’apporto nutrizionale, combattere gli sprechi alimentari e contribuire allo sviluppo di un’industria alimentare più sostenibile. La combinazione di ricerca scientifica e innovazione agricola potrebbe non solo apportare vantaggi economici, ma anche favorire un cambiamento significativo nel modo in cui concepiamo l’agricoltura e i suoi sottoprodotti.

Ultimo aggiornamento il 3 Ottobre 2024 da Sofia Greco

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