Il Lazio si prepara a un cambiamento significativo nel panorama vitivinicolo grazie all’approvazione di un progetto pluriennale da parte della Giunta regionale. A seguito di una proposta dell’assessore all’Agricoltura, Giancarlo Righini, il piano prevede la ristrutturazione delle denominazioni di origine e indicazioni geografiche, con l’obiettivo di adattarsi alle nuove esigenze del mercato e alle politiche della filiera vitivinicola. Un passo importante per sostenere un settore che ha visto cambiamenti sostanziali negli ultimi decenni.
Il progetto pluriennale: obiettivi e misure
Ricognizione delle DOP/IGP e georeferenziazione
Il progetto, sviluppato da Arsial e dalla Direzione Regionale Agricoltura, prevede innanzitutto una ricognizione d’ufficio delle DOP e delle IGP all’interno del Lazio. Questa fase iniziale include il completamento della georeferenziazione degli areali produttivi, elemento essenziale per adattarsi alle normative di digitalizzazione. Le immagini satellitari ad alta risoluzione diventeranno strumento fondamentale nelle politiche messe in atto dall’OCM VINO . L’obiettivo è garantire che tutti i perimetri delle DOP/IGP siano aggiornati e utilizzabili nel contesto di un mercato in continua evoluzione.
Semplificazione delle denominazioni
Una volta completata la georeferenziazione, il piano prevede anche una semplificazione del quadro delle denominazioni attive. Attualmente, il Lazio presenta 36 denominazioni , molte delle quali risalgono agli anni ’70 e ’80, periodo in cui le cantine cooperative spingevano per una maggiore suddivisione territoriale. Oggi, a causa della diminuzione dei consumi e delle modifiche alle politiche di mercato, alcune DOP/IGP non sono più attivamente rivendicate. Anche se il numero attuale di denominazioni sembra garantire una copertura completa dei terreni viticoli, la strategia mira a ridurle e a rendere il sistema più compatto ed efficace.
La situazione vitivinicola nel Lazio: un panorama in evoluzione
Cambiamenti nei consumi e strategie di mercato
Negli ultimi cinquant’anni, i consumi di vino nel Lazio hanno subito un calo significativo, passando da 90 litri pro capite a meno di 27 litri. Questo cambiamento ha avuto un impatto diretto sulle politiche del settore, con un passaggio da un approccio di sostegno dei prezzi a uno finalizzato alla promozione della qualità e dell’eccellenza. Diverse DOP/IGP non sono più rivendicate con continuità e solo un numero limitato è in grado di attivare strategie di valorizzazione efficienti. Come sottolineato dalla Giunta regionale, si è ridotto anche il numero di consorzi di tutela attivi nel Lazio, che ammontano attualmente a soli sei.
L’importanza delle piccole cantine
Il panorama vitivinicolo del Lazio ha visto negli ultimi anni una proliferazione di piccole cantine, molte delle quali hanno già raggiunto un’alta reputazione sul mercato. Righini ha sottolineato come il consolidamento di queste imprese possa avvenire solo attraverso strategies comuni e coordinamento a livello territoriale. Le risorse messe a disposizione dalla Regione per promuovere l’enoturismo sono, dunque, cruciali per supportare e aggregare questi produttori. Sono in programma investimenti per migliorare i servizi e per connettere la base produttiva nel territorio.
Considerazioni sul futuro delle DOP/IGP nel Lazio
Ragioni per la razionalizzazione
Il commissario straordinario di Arsial, Massimiliano Raffa, ha evidenziato che la frammentazione del sistema delle DO/IGP sta ostacolando lo sviluppo dei consorzi di tutela e limitando l’accesso a risorse cruciali per promuovere le eccellenze vitivinicole sui mercati internazionali. La razionalizzazione, quindi, si propone non solo di semplificare la gestione del settore, ma anche di facilitare l’accesso a fondi vitali per la promozione all’estero.
Il ruolo della trasformazione digitale
Con la transizione verso pratiche sempre più digitalizzate e innovative, il Lazio si prepara a un’efficace ristrutturazione della filiera vitivinicola. L’utilizzo delle nuove tecnologie non rappresenta solo un modo per adattarsi alle necessità odierne, ma anche un’opportunità per valorizzare le tradizioni locali e i prodotti autoctoni. Si prevede che l’introduzione di varietà autoctone appena caratterizzate nei disciplinari di produzione possa migliorare ulteriormente l’immagine dei vini laziali sul mercato globale, rendendoli più competitivi e apprezzati.
Il progetto della Giunta regionale si inserisce in un contesto di cambiamenti che modificheranno profondamente il futuro della viticoltura nel Lazio, evidenziando l’importanza della cooperazione tra produttori, istituzioni e mercati.