La conversazione rivelatrice tra Roberto Macori e Piero Monti
Nel contesto dell’informativa denominata «Assedio», emergono nuove informazioni circa l’omicidio di Fabrizio Piscitelli, noto come Diabolik, avvenuto il 7 agosto 2019 nel parco degli Acquedotti a Roma. Si ipotizza che il capo degli «Irriducibili» della Lazio sia stato ucciso per essersi impossessato di denaro destinato ai detenuti.
L’ascolto ambientale dell’8 luglio 2019
Secondo quanto riportato dall’agenzia LaPresse, l’informativa «Assedio» contiene una conversazione rivelatrice tra Roberto Macori e Piero Monti, avvenuta nell’ambito dell’ascolto ambientale dell’8 luglio 2019. Questo dialogo potrebbe gettare luce sulle ragioni dietro l’omicidio di Diabolik.
Dettagli della conversazione
Durante la discussione, Macori avvisa Monti dell’attività criminale intensa e pericolosa che si sta svolgendo a Roma, utilizzando l’espressione «una batteria di lupi famelici». Macori spiega che l’obiettivo di Diabolik era stato preso di mira e accusato di aver sottratto denaro destinato ai detenuti, coinvolgendo il clan Senese, in particolare Michele.
L’assassinio come ‘missione estemporanea’
Gli investigatori ritengono che l’omicidio di Piscitelli fosse una sorta di “missione” improvvisata per ristabilire l’ordine. Macori riferisce che era necessario rimettere a posto Diabolik, facendo riferimento a un tentativo di prendere tempo e all’intimidazione subita da quest’ultimo. Peppe Molisso, braccio destro di Michele, avrebbe richiamato Piscitelli all’ordine dopo il suo comportamento irrispettoso.
Un epilogo fatale
La conversazione tra Macori e Monti, avvenuta solo un mese prima dell’omicidio, assume un significato cruciale alla luce dell’evento tragico del 7 agosto successivo. In quell’occasione, Fabrizio Piscitelli alias Diabolik è stato assassinato con un colpo di arma da fuoco, perpetrato da un individuo ancora non identificato.