La vicenda riguardante la rapina commissionata da un frate del Santuario di Santa Maria Occorrevole a Piedimonte Matese si arricchisce di nuovi sviluppi. I carabinieri della stazione di Afragola hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giurisdicente del tribunale di Napoli Nord, che ha portato all’arresto di una persona e all’applicazione degli arresti domiciliari per altri due soggetti. Questi sono stati identificati come parte integrante di un gruppo responsabile di rapina aggravata.
Arresti e indagini in corso
Le indagini della Procura di Napoli Nord proseguono da quando, lo scorso agosto, sei individui, tra cui due frati, erano stati arrestati. Gli inquirenti stanno cercando di individuare ulteriori complici coinvolti nella rapina, che ha avuto luogo uno o più anni fa, mentre il frate Nicola Gildi era ancora attivo nella Basilica di Sant’Antonio da Padova ad Afragola.
La rapina è stata pianificata con l’intento di recuperare cellulari, foto, video e chat a contenuto sensibile che riguardavano altri frati. Questo elemento ha aggiunto una nuova dimensione alla vicenda, portando alla luce questioni di natura personale che hanno influenzato le decisioni delle persone coinvolte. L’indagine ha messo in evidenza il ruolo di Gildi nel complotto, evidenziando l’intenzionalità dietro l’azione illecita.
La custodia cautelare e i domiciliari sono stati emessi in risposta a prove raccolte durante le indagini. Strumenti tecnici e approfondimenti investigativi sono stati fondamentali per identificare i soggetti coinvolti e chiarire il piano criminale. Ciò ha incluso l’esame di conversazioni e comunicazioni tra i rapinatori e i loro familiari, che hanno fornito elementi chiave per l’accertamento della verità.
Intercettazioni e contesto della rapina
La raccolta di comunicazioni intercettate in carcere ha rivelato informazioni vitali sui rapporti tra i rapinatori e le loro famiglie, permettendo così di ricostruire il contesto in cui si è concretizzata la rapina. Queste intercettazioni sono poi servite per chiarire i dettagli sul movente e rafforzare l’accusa nei confronti degli arrestati.
Le indagini hanno fatto emergere strategie di insabbiamento da parte dei coinvolti, comprese le promesse di denaro ai familiari di altri arrestati, nel tentativo di deviare l’attenzione e proteggere gli interessati. Questo comportamento ha messo in evidenza non solo la complessità della situazione, ma anche una possibile rete di complicità che complicava ulteriormente il lavoro degli investigatori.
Le comunicazioni rivelate e analizzate sono di grande importanza non solo per stabilire i fatti ma anche per ottenere ulteriori conferme sulla connessione tra i vari attori coinvolti. Gli agenti stanno ora utilizzando queste informazioni per orientare le ulteriori fasi dell’inchiesta e valutare eventuali ulteriori responsabilità o complici legati a questa storia intricata di crimine e inganno.
Ultimo aggiornamento il 16 Gennaio 2025 da Laura Rossi