In un contesto di forte tensione e preoccupazione per il futuro dei lavoratori, i sindacati tornano a discutere con il Ministero del Lavoro riguardo alla situazione dello stabilimento Jabil di Marcianise, in provincia di Caserta. L’incontro è programmato per il prossimo 11 novembre e rappresenta un’opportunità per approfondire le questioni legate alla possibile chiusura della multinazionale statunitense, che minaccia di lasciare l’Italia entro marzo 2025.
La situazione attuale dello stabilimento Jabil a Marcianise
La vertenza relativa all’impianto Jabil a Marcianise ha attirato l’attenzione di vari attori coinvolti, dai sindacati alle istituzioni. La multinazionale americana, operante nel settore dell’elettronica, ha avvisato la sua intenzione di cessare l’attività in Italia, decisione che ha suscitato reazioni da parte delle rappresentanze sindacali Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uilm, e Failms. Nel recente incontro tra i rappresentanti sindacali, è stata espressa forte preoccupazione riguardo al futuro dei 420 dipendenti. La risposta della Rsu, che inizialmente aveva deciso di disertare il tavolo del 31 ottobre, ha portato a una rivalutazione del percorso da seguire per tutelare i lavoratori.
Oltre alla chiusura dello stabilimento, il piano di Jabil prevede una potenziale acquisizione da parte di Tme Assembly Engineering Srl. Questa soluzione, presentata come un’opzione per evitare i licenziamenti, non ha soddisfatto i sindacati, che la vedono con scetticismo, visti i precedenti di licenziamenti e trasferimenti nel settore.
Il ruolo del Ministero del Lavoro e la posizione del Ministro Urso
Il Ministero del Lavoro, insieme al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, ha un compito cruciale in questo contesto. Il Ministro Adolfo Urso ha recentemente criticato la decisione dei sindacati di non partecipare alla prima riunione, sottolineando che esisteva già un investitore disposto a mantenere attivo il sito produttivo di Jabil. Questa affermazione ha sollevato interrogativi tra i lavoratori, molti dei quali si sentono traditi da promesse fatte in passato.
La tensione è palpabile e il Ministro Urso ha cercato di mediare la situazione, invitando le parti a riconsiderare il dialogo. Tuttavia, il rifiuto dei sindacati di accettare il piano sociale presentato da Jabil evidenzia una frattura tra le aspettative dei lavoratori e le soluzioni proposte dall’alto. Questo incontro potrebbe rappresentare un punto di svolta, ed è fondamentale che nel corso di questo incontro si ascoltino le richieste e le preoccupazioni dei lavoratori.
Il futuro dei lavoratori e le scelte dei sindacati
Con l’incontro di lunedì 11 novembre, l’attenzione sarà rivolta principalmente alla sessione di discussione con Jabil. I rappresentanti sindacali intendono affrontare nuovamente il piano sociale, che era stato già bocciato in precedenti discussioni per le sue incongruenze. La Rsu ha chiarito la propria disponibilità a partecipare unicamente alla prima parte dell’incontro, con Jabil, escludendo ulteriori discussioni con Tme nel caso non si risolvano le questioni fondamentali con l’azienda madre.
Questo approccio riflette la determinazione dei sindacati di non accettare soluzioni superficiali o temporanee, soprattutto in un momento delicato come quello attuale. L’obiettivo è chiarire i segnatari e le condizioni di lavoro, e assicurarsi che i diritti dei lavoratori siano rispettati e protetti. La ripetizione di situazioni passate, in cui dipendenti sono stati trasferiti in aziende senza prospettive concrete, è un’esperienza che i rappresentanti dei lavoratori vogliono assolutamente evitare.
Il tavolo di domenica rappresenta quindi non solo un’opportunità di dialogo, ma anche un momento cruciale per delineare il futuro di migliaia di lavoratori e delle loro famiglie. La speranza è quella di giungere a un accordo che possa garantire stabilità e sicurezza lavorativa, evitando le ombre di crisi già vissute.
Ultimo aggiornamento il 8 Novembre 2024 da Donatella Ercolano