La procura di Prato ha emesso quattro nuovi avvisi di garanzia e ha avviato un decreto per ispezioni, perquisizioni e sequestri nei confronti di quattro dipendenti dell’Eni. Queste azioni fanno parte dell’indagine sull’esplosione che ha colpito il deposito di Calenzano lo scorso 9 dicembre. I nuovi documenti si collegano a scarichi di acque reflue industriali nel fosso Tomerello, provenienti proprio dal deposito in questione.
L’indagine sull’esplosione del deposito Eni
L’esplosione avvenuta il 9 dicembre ha attirato l’attenzione delle autorità , portando alla luce potenziali irregolarità nelle operazioni del deposito Eni. La procura ha avviato un’inchiesta per comprendere le cause e le responsabilità dell’incidente. I quattro destinatari degli avvisi di garanzia erano già sotto indagine nell’ambito della inchiesta principale, il che sottolinea l’importanza di comprendere le dinamiche interne della società . L’obiettivo della procura è accertare se i dipendenti abbiano agito in violazione delle normative ambientali.
Nuovi scarichi nel fosso Tomerello
I nuovi avvisi sono legati all’emissione non autorizzata di acque reflue industriali nel fosso Tomerello. Secondo le informazioni fornite dalla procura, gli indagati avrebbero preso parte a operazioni di scarico che non rispettavano gli standard fissati dalla legge. In particolare, pare che siano stati utilizzati bypass per collegare il sistema di trattamento delle acque reflue al fosso senza l’autorizzazione che sarebbe dovuta essere rilasciata dalla Metrocittà di Firenze. Tali pratiche non solo violano le leggi ambientali ma pongono anche seri interrogativi sulla sicurezza e sulla gestione dei rifiuti nell’area.
Conseguenze legali per i coinvolti
Le conseguenze legali per i dipendenti coinvolti potrebbero essere significative. La procura ha evidenziato che gli scarichi non autorizzati avrebbero portato a una concentrazione di idrocarburi nel fosso superiore ai limiti stabiliti. Queste violazioni possono causare danni ambientali e, di riflesso, mettere a rischio la salute della popolazione circostante. Gli sviluppi dell’indagine potrebbero portare a ulteriori azioni legali e sanzioni nei confronti dei responsabili, oltre a possibili ripercussioni per l’azienda stessa.
L’inchiesta sull’esplosione del deposito Eni di Calenzano si segna quindi come una questione complessa, che di certo non si chiuderà presto, mentre le autorità continuano a scavare nelle operazioni della compagnia per garantire che la giustizia sia rispettata.