Nuovi sviluppi nell'omicidio del giudice Antonino Scopelliti: la polizia riapre il caso a 34 anni dalla morte

Nuovi sviluppi nell’omicidio del giudice Antonino Scopelliti: la polizia riapre il caso a 34 anni dalla morte

Riaperto il caso dell’omicidio del giudice Antonino Scopelliti, assassinato 34 anni fa. Nuove indagini e rilievi scientifici potrebbero portare a una svolta nella ricerca della verità.
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Nuovi sviluppi nell'omicidio del giudice Antonino Scopelliti: la polizia riapre il caso a 34 anni dalla morte - Gaeta.it

La riapertura del caso di omicidio del giudice Antonino Scopelliti, avvenuto 34 anni fa a Villa San Giovanni, segna una nuova svolta nelle indagini. Gli agenti della polizia scientifica sono tornati sul luogo del delitto per svolgere rilievi scientifici, sperando di ottenere risultati significativi che possano portare a una risoluzione dell’omicidio che ha scioccato l’Italia. Scopelliti, assassinato mentre rientrava a casa in auto dopo una giornata al mare, era un magistrato noto per il suo impegno nella lotta contro mafia e terrorismo.

L’omicidio di Antonino Scopelliti

Il delitto di Antonino Scopelliti avvenne il 9 agosto 1991, quando il giudice, di soli 56 anni, fu colpito alla testa mentre era alla guida della sua auto. La scena del crimine, localizzata a Villa San Giovanni, è rimasta impressa nella memoria collettiva, complici i dettagli cruenti dell’agguato. Scopelliti stava tornando a Piale, una frazione della città, dopo essersi goduto una giornata di relax al mare. All’improvviso, due uomini a bordo di una moto lo affiancarono e aprirono il fuoco con un fucile carico di pallettoni. Il giudice morì sul colpo, mentre la sua auto, priva di controllo, finì in un terrapieno.

La brutalità di questo omicidio colpì duramente la società italiana, che iniziò a temere per la sicurezza dei magistrati impegnati contro le organizzazioni criminali. In seguito al delitto, il caso si rivelò complesso, con numerosi tentativi di ricostruzione degli eventi e indagini che si sono susseguite nel corso degli anni.

Nuove indagini e rilievi scientifici

Dopo oltre tre decenni di indagini, la polizia ha deciso di riapire il caso a seguito di verifiche recenti su documenti e accertamenti balistici. Questi ultimi si sono concentrati su un’arma sequestrata nel luglio 2018, che potrebbe essere collegata all’omicidio. Per la ricostruzione della dinamica del delitto, la polizia scientifica ha riportato sul posto la BMW 318i di Scopelliti, che era stata custodita dai familiari e ora potrebbe fornire elementi cruciali.

Nello scenario del crimine, è stata portata anche una moto Honda Gold Wing 1200, identica a quella utilizzata nell’agguato, come confermato dal pentito Maurizio Avola. La moto in questione appartiene a un cittadino di Messina e servirà per eseguire una ricostruzione dettagliata di quanto accaduto. Inoltre, la procura di Reggio Calabria ha incaricato la Beretta di fornire una ricostruzione accurata del fucile utilizzato dai killer per facilitare un’analisi più approfondita delle indagini.

Il passato di Antonino Scopelliti

Nato nel 1935, Antonino Scopelliti entra in magistratura a soli 24 anni. Inizia la sua carriera come pubblico ministero nelle procure di Roma e Milano, distinguendosi per il suo coraggio nella lotta alla mafia. Successivamente, viene nominato procuratore generale presso la Corte d’appello e, infine, rappresenta la pubblica accusa dinanzi alla Corte di Cassazione. È noto per il suo coinvolgimento in alcuni tra i più celebri processi contro la mafia, tra cui il sequestro dell’Achille Lauro e le stragi mai dimenticate come quella di Piazza Fontana.

Prima di essere ucciso, Scopelliti era stato designato, anche se informalmente, a difendere la Procura generale in riferimento ai ricorsi presentati contro la sentenza della Corte di Assise di Palermo relativa al Maxiprocesso contro Cosa Nostra. Questo legame con le inchieste contro la criminalità organizzata ha fatto sì che il suo assassinio fosse immediatamente collegato a possibili vendette da parte di gruppi mafiosi.

La pista siciliana e i volti dell’indagine

Sin dall’inizio, le indagini sul delitto hanno evidenziato il possibile coinvolgimento di esponenti di Cosa Nostra in collaborazione con la ‘ndrangheta. La stretta interconnessione tra le due organizzazioni criminali ha fatto emergere una serie di collaboratori di giustizia che hanno fornito informazioni cruciali sulla dinamica degli eventi successivi all’assassinio del giudice. A seguito di arresti nel 1993, sono stati incriminati diversi membri di spicco della mafia siciliana e calabrese.

Nonostante le condanne in primo grado, tutti gli imputati risultarono assolti in appello, alimentando l’idea che la verità potesse essere ancora in attesa di emergere. Le indagini, che hanno continuato a evolversi nel tempo, hanno subito un’accelerazione nell’estate del 2018, quando il collaboratore di giustizia Maurizio Avola si è autoaccusato del delitto. Ha rivelato dettagli sulla sua partecipazione al commando di fuoco, portando anche al ritrovamento di un fucile calibro 12 sepolto nel giardino di una villetta a Belpasso, in provincia di Catania.

Riflessioni sulla memoria e l’eredità di Scopelliti

L’assassinio di Antonino Scopelliti non è solo un episodio di cronaca nera, ma simboleggia anche la lotta per la giustizia e il coraggio che molti magistrati devono affrontare. Nel 2007, la figlia Rosanna ha fondato una fondazione a lui dedicata, un’iniziativa rivolta a mantenere viva la sua memoria e promuovere valori di legalità e giustizia. La recente riapertura delle indagini potrebbe rappresentare un passo significativo verso la verità, ridando speranza a chi crede ancora che giustizia possa essere fatta.

  • Marco Mintillo

    Marco Mintillo è un giornalista e blogger specializzato in cronaca e attualità, con una passione per i viaggi. Collabora regolarmente con Gaeta.it, un sito di riferimento per notizie e approfondimenti sulla città di Gaeta e oltre. Qui, Marco pubblica articoli che spaziano dall'analisi di eventi locali a questioni di rilievo internazionale, offrendo sempre una prospettiva fresca e dettagliata. La sua abilità nel raccontare i fatti attraverso la lente del viaggiatore gli ha guadagnato una fedele base di lettori che apprezzano la sua capacità di legare la cronaca mondiale alle storie del territorio.

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