Nuovi sviluppi nell'omicidio di Nadine Mauriot e Jean Michel Kraveichvili: scoperto un Dna sconosciuto

Nuovi sviluppi nell’omicidio di Nadine Mauriot e Jean Michel Kraveichvili: scoperto un Dna sconosciuto

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Nuovi sviluppi nell'omicidio di Nadine Mauriot e Jean Michel Kraveichvili: scoperto un Dna sconosciuto - Gaeta.it

L’omicidio di Nadine Mauriot e Jean Michel Kraveichvili, avvenuto in Italia e ritenuto collegato agli omicidi del “mostro di Firenze”, potrebbe avere nuove chiavi di lettura grazie al ritrovamento di un Dna sconosciuto. Questa scoperta potrebbe connettersi ad altri delitti irrisolti e rilanciare le indagini su una delle più enigmatiche serie di omicidi nel panorama criminale italiano. L’ematologo Lorenzo Iovino, attualmente negli Stati Uniti, ha condotto un’analisi approfondita su uno dei proiettili utilizzati nell’omicidio, portando a ipotesi che potrebbero riaprire il caso.

L’analisi del Dna sconosciuto

La scoperta

Secondo quanto riportato dal quotidiano Repubblica, Lorenzo Iovino ha eseguito un’analisi dettagliata su uno dei proiettili rinvenuti nel delitto di Mauriot e Kraveichvili, scoprendo un Dna sconosciuto. Questo Dna non si limita a essere un’anomalia, ma sembra presentarsi anche su proiettili associati ad altri due omicidi, quelli di Horst Wilhelm Meyer e Jens-Uwe Rüsch nel 1983 e di Pia Rontini e Claudio Stefanacci nel 1984. Queste connessioni suggeriscono la possibilità che il killer abbia lasciato un “marchio biologico”, rendendo la sua identificazione più accessibile.

Implicazioni per le indagini

La scoperta del Dna potrebbe essere un importante punto di svolta nelle indagini su questi omicidi, che hanno da sempre affascinato e terrorizzato l’Italia. Con la ricomparsa di evidenze fisiche, gli inquirenti potrebbero riconsiderare alcuni dei segreti rimasti a lungo sepolti. Iovino ha infatti evidenziato che, analizzando la sovrapposizione del Dna con quelli di altri casi irrisolti, si potrebbe rafforzare l’ipotesi di un’unica mano ignota che ha tessuto una rete di violenze in quel periodo.

Le richieste dell’avvocato di parte civile

La richiesta di nuove comparazioni

Dopo questa rivelazione, l’avvocato Vieri Adriani, che rappresenta i familiari delle vittime, ha esposto la necessità di procedere con ulteriori comparazioni tra il Dna sconosciuto e i reperti già esaminati. Adriani ha sottolineato l’importanza di esaminare tutti gli indizi a disposizione e ha proposto di scrutare i profili di persone già indagate nel corso degli anni, nel tentativo di trovare un legame tra il Dna rinvenuto e potenziali sospetti.

Proposta di riesumazione

Una mossa audace suggerita dall’avvocato Adriani include la richiesta di riesumazione del corpo di Stefania Pettini, assassinata nel 1974. Secondo la consulenza di un medico legale, esiste la possibilità che Pettini abbia lottato contro il suo assassino, creando la possibilità che i campioni biologici siano rimasti sotto le unghie della vittima. Questa analisi potrebbe quindi fornire ulteriori prove e radici nella narrazione di omicidi legati al “mostro di Firenze”.

Il contesto storico degli omicidi

I crimini del “mostro di Firenze”

Il “mostro di Firenze” è un epitetro che ha segnato la cronaca nera italiana a partire dagli anni ’70. Questa figura omicida è attribuita a una serie di crimini brutali che hanno colpito coppie giovani, creando un clima di paura amplificato dai media. Ogni delitto ha lasciato segni di un modus operandi evidente, ma nessuna prova conclusiva è mai emersa per definire inequivocabilmente chi fosse il colpevole.

Il protrarsi dell’inchiesta

Le indagini, iniziate decenni fa, sono state caratterizzate da colpi di scena, errori giudiziari e accuse infondate. L’analisi del Dna adesso offre una nuova direzione, ponendo la questione se il “mostro di Firenze” potesse effettivamente essere una sola entità, interconnessa in un intricato mosaico di violenza.

Il nuovo sviluppo potrebbe quindi non solo contribuire a chiarire l’oscuro passato, ma potrebbe anche portare a un convergere di tutte le piste investigative, finalmente con l’obiettivo di risolvere un caso che ha afflitto la società italiana per anni.

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