Nuovi violenti scontri in Siria: 745 alawiti uccisi a Latakia nel caos post-Assad

Nuovi violenti scontri in Siria: 745 alawiti uccisi a Latakia nel caos post-Assad

Scontri violenti a Latakia causano 745 morti tra gli alawiti, evidenziando l’aggravarsi della crisi siriana e le crescenti tensioni regionali, con preoccupazioni internazionali per la stabilità.
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Nuovi violenti scontri in Siria: 745 alawiti uccisi a Latakia nel caos post-Assad - Gaeta.it

La situazione in Siria si aggrava con segnalazioni di violenti scontri a Latakia, dove 745 alawiti sono stati uccisi in un’operazione condotta dalle forze di sicurezza e da milizie di supporto al regime. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, questo episodio segna una delle fasi più drammatiche e sanguinose dal crollo dell’ex presidente Bashar al-Assad. Mentre il conflitto persiste, la tensione tra le diverse fazioni diventa sempre più evidente, con potenziali ripercussioni su scala regionale.

Le uccisioni di alawiti a Latakia e il contesto di violenza

La provincia di Latakia, roccaforte della comunità alawita, è stata teatro di violenti scontri che hanno portato a un numero tragico di vittime. Le operazioni delle forze governative e dei miliziani filo-regime sono state descritte come vere e proprie “esecuzioni” secondo quanto riportato dall’Osservatorio. Questi eventi non sono isolati; riflettono le tensioni crescenti in un contesto già fragilissimo dopo la caduta di Assad, considerato punto di riferimento per la comunità alawita. Questa fascia di popolazione, storicamente legata al regime, ora si trova in una posizione vulnerabile e alvo di attacchi in un clima di crescenti conflitti interni tra fazioni.

Le operazioni di attacco non si sono limitate agli scontri aperti, ma hanno incluso anche saccheggi e distruzioni di beni. La violenza ha generato un clima di paura crescente tra i residenti, sottolineando come il conflitto siriano, che inizialmente sembrava circoscritto, stia assumendo proporzioni sempre più ampie e complesse. Le oltre 700 vittime sono un tragico promemoria delle conseguenze devastanti che continuano a colpire la già lacerata società siriana, minando ulteriormente l’indispensabile pace e stabilità.

La negazione di Hezbollah e il coinvolgimento straniero

Mentre la comunità internazionale osserva con crescente preoccupazione le dinamiche in Siria, il Partito-milizia sciita libanese Hezbollah ha negato qualsiasi coinvolgimento nei recenti scontri, respingendo le speculazioni che lo associano ai recenti eventi violenti. In un comunicato, Hezbollah ha avvertito che le accuse di un suo ruolo nello scoppio delle violenze sono infondate e potrebbero rappresentare un tentativo di disinformazione. Questa negazione indica una volontà di mantenere le distanze da una situazione potenzialmente esplosiva e controversa.

Il gruppo, alleato storico del regime di Assad, ha visto un brusco cambio di scenario con la caduta di Damasco nel dicembre scorso. Questa rottura ha innescato interrogativi su nuovi equilibri di potere nella regione, con Hezbollah costretto a rivedere le sue strategie. La posizione del gruppo rimane delicata, soprattutto in un contesto di crescenti tensioni che coinvolgono anche altri attori regionali.

La reazione del Partito Socialista Progressista e delle autorità internazionali

Il Partito Socialista Progressista libanese ha espresso preoccupazione riguardo agli sviluppi in Siria, sottolineando che le violenze sulla costa rappresentano una minaccia non solo per la Siria, ma anche per l’intera regione. In un comunicato, il Psp ha denunciato quelli che considera “tentativi stranieri” di destabilizzare il paese e ha invitato a non cedere alle provocazioni di chi potrebbe volere riaccendere tensioni interne per scopi politici.

Dalla Francia, il ministero degli Esteri ha condannato senza riserve le recenti violenze, evidenziando in particolare gli attacchi contro civili alawiti. Parigi ha richiesto indagini indipendenti per fare chiarezza su questi episodi, spingendo per un’azione che porti alla punizione dei responsabili. Sebbene la Francia abbia storicamente tenuto una posizione di critica nei confronti del regime siriano, il contesto attuale pone nuove sfide alla comunità internazionale, chiamata a rispondere di fronte a una crisi umanitaria che continua a progredire e a complicarsi.

Il dramma che si sta svolgendo in Siria è un monito della complessità del conflitto e delle sue ripercussioni non solo a livello locale, ma anche in contesti geopolitici più ampi.

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