Un nuovo allerta si è sollevato in Piemonte con il rilevamento di un focolaio di peste suina africana in un allevamento di maiali a Casalvolone, in provincia di Novara. Questo episodio rappresenta un aggravamento della situazione già critica nel territorio, in un contesto in cui i casi in allevamenti e nei cinghiali stanno aumentando. Il controllo e la prevenzione dell’epidemia sono ora al centro delle politiche sanitarie locali.
L’emergenza peste suina africana in Piemonte e Liguria
La peste suina africana è una malattia virale altamente contagiosa che colpisce i suini e i cinghiali. Identificata per la prima volta in Piemonte e Liguria, questa malattia ha messo in ginocchio l’industria suinicola e rappresenta una seria minaccia per gli allevatori. Il recente aggiornamento, datato 14 settembre, segna un nuovo passo preoccupante, con l’emergere di focolai in diverse località della regione.
Con il nuovo caso a Casalvolone, si aggiunge alla già lunga lista di segnalazioni, tra cui focolai a Novara, Castellazzo Novarese, San Pietro Mosezzo, Trecate, Vinzaglio e Lignana. Il rischio di diffusione è elevato, e le autorità competenti stanno attuando misure di contenimento per evitare che la situazione possa deteriorarsi ulteriormente.
I numeri della peste suina africana: una situazione allarmante
I dati immunizzanti sulla peste suina africana sono preoccupanti, con un totale di 671 positività registrate in Piemonte, compresi gli otto focolai negli allevamenti suinicoli. La Liguria non è da meno, con 1.024 casi accertati. Sommandosi, si raggiunge un totale di 1.695 positività, un numero che continua a crescere e a preoccupare gli esperti di sanità pubblica.
Ulteriormente, l’aumento dei casi di PSA non si limita agli allevamenti. Tre nuove positività sono state riscontrate tra i cinghiali, inclusa una a Viguzzolo, in provincia di Alessandria, portando a due i casi totali nella zona. Anche in Liguria, la situazione è stata aggravata da casi segnalati in provincia di Genova, confermando che il virus sta diffondendosi a macchia d’olio.
Con il caso di Casalvolone, i Comuni piemontesi in cui è stata osservata almeno una positività salgono a 163, rendendo la necessità di interventi tempestivi più urgente che mai.
Misure di contenimento e prevenzione attuate
In risposta all’aumento dei casi di peste suina africana, le autorità sanitarie stanno adottando misure rigorose per controllare la diffusione del virus, promuovendo il monitoraggio nei vari territori e realizzando operazioni di disinfezione nelle zone colpite. Questi interventi mirano a limitare il contatto tra gli allevamenti e i cinghiali selvatici, che rappresentano una delle principali fonti di contagio.
L’Istituto zooprofilattico sperimentale è in prima linea nella rilevazione dei focolai e nella gestione dell’emergenza, collaborando con gli allevatori per implementare strategie di contenimento e informazione. Gli allevatori sono stati informati delle procedure da seguire in caso di sospetto contagio, e sono incoraggiati a segnalare qualsiasi anomalia nei loro animali.
Un monitoraggio attento dei movimenti di animali e una sorveglianza sugli allevamenti sono state rese obbligatorie, al fine di preservare la salute degli animali e garantire la sicurezza alimentare. Con l’intensificazione delle misure di sicurezza e un approccio proattivo, le autorità locali sperano di arginare il problema e tutelare sia gli animali che gli allevatori.
La salute pubblica al centro dell’attenzione
La peste suina africana suscita preoccupazioni non solo per l’industria suinicola, ma anche per la salute pubblica e la sicurezza alimentare. Sebbene il virus non sia contagioso per gli esseri umani, la sua presenza minaccia l’economia agricola, con impatti significativi sul mercato delle carni e sull’export. Le malattie degli animali rappresentano una potenziale crisi socioeconomica, ed è cruciale che le istituzioni continuino a essere vigili e attive.
L’attenzione sulla peste suina africana ha portato anche a un incremento delle campagne informative per il pubblico e gli allevatori. È fondamentale che le persone siano consapevoli delle misure di prevenzione da seguire, nonché delle normative relative alla movimentazione degli animali nella regione.
L’emergere di nuovi casi di peste suina africana a Casalvolone rappresenta un triste promemoria della fragilità della vita animale e della necessità di un impegno collettivo verso la prevenzione e il contenimento di malattie zoonotiche. Le sfide da affrontare sono complesse, ma le autorità locali sono determinate a ridurre l’impatto della PSA su comunità e allevatori.
Ultimo aggiornamento il 17 Settembre 2024 da Donatella Ercolano