L’ultimo incidente alla funivia del monte Faito, avvenuto di recente, ha richiamato alla mente il tragico evento della funivia del Mottarone, dove nel 2021 persero la vita tredici persone. Questi eventi sollevano questioni importanti sulla sicurezza degli impianti di risalita in Italia e sulle procedure di manutenzione necessarie per evitare tali disastri.
Riflessioni sul disastro del Mottarone
Il 23 maggio 2021, il mondo dell’industria turistica fu scosso dalla drammatica rottura della fune traente della funivia del Mottarone. Questo tragico evento avvenne in un contesto di ripartenza post Covid, quando le speranze dei turisti venivano riposte nella bellezza dei paesaggi italiani. La cabina numero 3 precipitò, causando la morte immediata di tredici persone, tra le quali si trovavano anche un bimbo di due anni e uno di nove. Un sopravvissuto, Eitan, fu gravemente ferito e la sua storia commosse l’Italia intera, diventando simbolo della fragilità delle vite umane in situazioni di pericolo.
La Procura di Verbania ha recentemente concluso le indagini sul disastro del Mottarone, a distanza di più di due anni dai tragici eventi. Sono stati chiesti rinvii a giudizio per cinque persone, comprese figure chiave come il titolare della società Ferrovie del Mottarone, Luigi Nerini, e il direttore d’esercizio, Enrico Perocchio. Le accuse variano dal disastro colposo all’omicidio plurimo colposo. Le indagini hanno messo in evidenza problemi di manutenzione, evidenziando come il degrado della fune e l’inadeguatezza del sistema di frenata abbiano avuto ruoli determinanti nel verificarsi dell’incidente.
Incidenti storici alla funivia del Faito
La funivia del Faito ha una storia segnata da tragici eventi, il più noto dei quali accadde durante il Ferragosto del 1960. In quell’occasione, una cabina non riuscì a frenare, schiantandosi sui binari della Circumvesuviana e causando quattro morti e numerosi feriti. Questo episodio fu un campanello d’allarme per le autorità competenti riguardo alla necessità di miglioramenti nella sicurezza degli impianti.
Questo incidente, insieme a quello del Mottarone, mette in luce come la gestione della sicurezza nelle funivie italiane debba essere costantemente monitorata. La consapevolezza riguardo ai fattori di rischio e l’implementazione di misure preventive sono cruciali per garantire la sicurezza dei passeggeri. In questo contesto, la mancanza di manutenzione regolare può avere conseguenze devastanti, come dimostrano i casi passati.
Altri incidenti di funivie in Italia
La storia delle funivie italiane non è priva di ulteriori eventi drammatici. Nel marzo 1976, la cabina della funivia del Cermis precipitò, portando alla morte di 42 persone. Anni dopo, nel febbraio 1998, sempre sullo stesso impianto, un aereo militare statunitense tranciò un cavo, provocando la morte di venti passeggeri. Un altro tragico episodio risale al 1983 quando, a Champoluc, tre cabine dell’ovovia al Crest crollarono, uccidendo undici persone e ferendo molti altri.
A livello internazionale, il più letale incidente di funicolare avvenne in Austria, il 11 novembre 2000. Un incendio su un trenino che stava risalendo al ghiacciaio del Kitzsteinhorn causò la morte di 155 persone. Tali tragedie sottolineano l’urgenza di una riforma nelle pratiche di sicurezza per il settore dei trasporti su fune.
Le autorità devono fissare standard elevati per la manutenzione e la sicurezza degli impianti di risalita. La vita umana non dovrebbe mai essere subordinata a logiche economiche o inefficienze operative. L’auspicio è che queste ripetute tragedie possano spingere verso un sistema di controlli più severi, per garantire la sicurezza di tutti coloro che si avventurano sulle vette italiane.