Le speranze di giustizia per le famiglie degli anziani deceduti al Pio Albergo Trivulzio di Milano saranno messe nuovamente alla prova. La definizione del fascicolo riguardante questo controverso caso, emerso durante le prime fasi della pandemia di Covid-19, è slittata di oltre tre mesi. Questo ritardo ingigantisce l’attesa per il chiarimento su quanto accaduto nel noto istituto milanese, coinvolto in gravi accuse riguardanti la gestione della crisi.
L’udienza rinviata al 2 luglio 2025
Nell’aula bunker davanti al carcere di San Vittore, dove si sono svolte audizioni cruciali, un’udienza è stata programmata per discutere la maxi perizia presentata lo scorso settembre. Tuttavia, è stata rinviata al 2 luglio 2025. La ragione principale di questo rinvio risiede nella richiesta da parte del collegio dei periti di più tempo per raccogliere dati, utili a rispondere alle questioni avanzate dai consulenti coinvolti nel caso. Questo nuovo ritardo è stato comunicato alle parti nei giorni scorsi, alimentando ulteriormente il senso di impotenza tra i familiari delle vittime.
L’inchiesta e gli indagati
La vicenda coinvolge l’ex direttore generale del Pio Albergo Trivulzio, Giuseppe Calicchio, che è accusato di omicidio ed epidemia colposi, insieme a possibili violazioni delle normative sulla sicurezza. Calicchio si avvale della difesa dell’avvocato Vinicio Nardo, mentre la stessa struttura è sotto indagine. In questo contesto, la maxi perizia ha svolto un ruolo centrale; un gruppo di esperti, incluso il medico legale Pietro Tarzia, ha chiarito che la direzione della struttura non è stata ritenuta responsabile per l’ingresso “precoce” del virus.
Nonostante ciò, la perizia ha evidenziato alcune carenze significative nella gestione della crisi. Ritardi nella fornitura di dispositivi di protezione individuale sono stati attribuiti a una “presa di posizione” dei vertici dell’istituto, che fino ad aprile 2020 hanno ostacolato l’uso delle mascherine per non creare “allarmismo”. Inoltre, la mancanza di addestramento per il personale e l’isolamento intempestivo dei casi sospetti hanno contribuito a un quadro complesso e preoccupante.
Le statistiche sui decessi
Nel periodo tra gennaio e dicembre 2020, il Pio Albergo Trivulzio ha registrato “485” decessi. Risulta che il 20,41% di queste morti sia direttamente collegato alle complicanze causate dall’infezione da Covid. Le cifre parlano chiaro e le famiglie delle vittime, rappresentate dall’associazione Felicita e dai legali Luigi Santangelo e Luca Santa Maria, attendono ora che l’indagine presenti risposte concrete.
Dopo l’udienza di luglio, i pubblici ministeri dovranno decidere se procedere con una nuova richiesta di archiviazione, valutando l’assenza di “nesso causale” tra le morti registrate e le condotte dei vertici della residenza sanitaria assistenziale. La questione resta aperta e continua a destare preoccupazione e interesse nell’opinione pubblica.