L’annuncio riportato dall’organizzazione per i diritti umani Nonne di Plaza de Mayo segna un momento significativo nella continua lotta per la verità e la giustizia in Argentina. Dopo decenni di ricerca instancabile, il nipote numero 138, figlio di una coppia di attivisti politici rapiti durante la sanguinosa dittatura argentina , è stato finalmente rintracciato. Questo caso riaccende i riflettori sulla tragedia della desaparecidos e sull’importanza della memoria nella società argentina.
La storia di Marta Enriqueta Pourtalé e Juan Carlos Villamayor
Marta Enriqueta Pourtalé e Juan Carlos Villamayor erano membri attivi del gruppo guerrigliero Montoneros, un movimento politico di sinistra peronista che si oppose alla giunta militare argentina. La loro vita fu stravolta il 10 dicembre 1976, quando furono rapiti da uomini in abiti civili nella loro casa di Buenos Aires. Marta era incinta di otto mesi e mezzo al momento del sequestro. Da quel giorno, la loro sorte rimase avvolta nel mistero, con il mondo esterno che ignorava gli orrori a cui erano stati sottoposti.
Il destino di Pourtalé e Villamayor si intrecciò con quello di migliaia di argentini che, come loro, furono rapiti e portati nei centri clandestini di detenzione. Secondo le testimonianze delle organizzazioni di diritti umani, la coppia fu vista all’interno dell’Escuela Superior de Mecánica de la Armada , un noto centro di tortura e sterminio. Qui, oltre 5.000 prigionieri politici furono detenuti, e solo un centinaio di essi riuscirono a sopravvivere. La presunta nascita del nipote numero 138 all’interno di queste mura cupe porta con sé un peso simbolico enorme, rappresentando la continuità della lotta per la giustizia e la riconquista di identità perdute.
Il recupero di identità attraverso la Commissione nazionale per il diritto all’identità
Dal 1999, la Commissione Nazionale per il Diritto all’Identità ha avuto un ruolo fondamentale nella ricerca e nella registrazione delle nascite avvenute all’interno delle carceri clandestine. Questo organismo è stato determinante nel rintracciare i bambini nati durante la detenzione dei genitori, molti dei quali potrebbero essere stati sottratti alle famiglie originarie. Il nuovo emozionante ritrovamento del nipote numero 138 è l’esito di un lungo processo di indagini basate su test del DNA, che hanno consentito l’identificazione e il riconoscimento della sua vera origine.
Estela de Carlotto, presidente delle Nonne di Plaza de Mayo, ha sottolineato l’importanza di questo ritrovamento durante una conferenza stampa. Con ogni nuovo caso risolto, la speranza cresce di trovare altri nipoti e di ripristinare un po’ di pace e giustizia alle famiglie che hanno sofferto a causa della dittatura. Negli ultimi 47 anni, sono stati resi noti 138 casi, ognuno dei quali rappresenta una vittoria contro l’oblio e una testimonianza della resilienza inenarrabile delle famiglie argentine nella loro ricerca della verità.
I cambiamenti politici e il loro impatto sulla questione dei diritti umani
L’attuale situazione politica in Argentina aggiunge ulteriore complessità a queste storie di riappropriazione dell’identità. Con l’elezione di Javier Milei, la percezione dei diritti umani e della memoria storica è messa in discussione. Milei e la sua vice, Victoria Villarruel, hanno espresso opinioni controverse riguardo al numero di desaparecidos e hanno messo in dubbio le narrative storiche predominanti. Questo cambio di rotta politica rappresenta una sfida non solo per le organizzazioni di diritti umani, ma per tutta la società argentina, che ha faticato a mantenere viva la memoria di quei tragici eventi.
Il ritrovamento del nipote numero 138 è emblematico di quanto siano importanti la memoria e la ricerca della verità in un contesto politico in evoluzione. Le Nonne di Plaza de Mayo continuano a battersi per la giustizia e la riconquista delle identità strappate dalla violenza, dimostrando così che il ricordo di quel passato non può essere messo a tacere. L’eco dell’ingiustizia risuona forte e chiaro, spingendo i cittadini argentini a riflettere sulla necessità di preservare la memoria storica come un fondamento per costruire una società più giusta e consapevole.
Ultimo aggiornamento il 28 Dicembre 2024 da Armando Proietti