L’Immaginario scientifico di Trieste ha inaugurato un’area innovativa dedicata alla decompressione sensoriale, pensata per offrire un rifugio ai visitatori che necessitano di momenti di quiete in un ambiente dinamico e stimolante. Questo progetto, frutto della collaborazione tra il museo e l’Università di Trieste, con il supporto di Fondosviluppo FVG, si propone di rendere la cultura scientifica accessibile a tutti, in particolare a chi ha atipicità sensoriali.
Uno spazio inclusivo per la decompressione
Un rifugio strategico per i visitatori
Il nuovo spazio di decompressione sensoriale è concepito per offrire un’area di pausa all’interno del percorso espositivo dell’Immaginario scientifico. In un museo che celebra la scienza e la cultura, il bisogno di una zona tranquilla è vitale per i visitatori che potrebbero sentirsi sopraffatti da stimoli visivi e uditivi. Questa preziosa iniziativa si rivolge a un pubblico variegato, tra cui persone con autismo, anziani e individui con disturbi neurodegenerativi, consentendo a tutti di godere appieno della visita senza sentirsi sopraffatti.
La necessità di creare ambienti accessibili è fondamentale nel contesto attuale, dove l’inclusività è sempre più riconosciuta come prioritaria. Questi luoghi dedicati alla decompressione non solo forniscono un supporto immediato, ma rappresentano anche un passo significativo verso la costruzione di spazi pubblici progettati tenendo conto delle diverse esigenze sensoriali della comunità .
Caratteristiche innovative dello spazio
Alone-together seat: un nuovo approccio all’arredamento sensoriale
Uno degli elementi chiave di questo spazio è la particolare seduta denominata Alone-together seat, progettata per accogliere fino a due persone. Questo arredo è rivestito con materiale fonoassorbente, contribuendo a creare un’atmosfera ovattata e riducendo il rumore ambientale. Originariamente sviluppata per ambienti residenziali, questa seduta è stata adattata per il contesto museale per migliorare il benessere sensoriale di chiunque vi acceda, in particolare per coloro che hanno una percezione sensoriale differente.
Il progetto di ricerca che ha portato alla creazione di questa innovativa seduta è il frutto della collaborazione tra esperti nel campo del design e della neuroscienza, sotto la direzione di Giuseppina Scavuzzo del Dipartimento di Ingegneria e Architettura dell’Università di Trieste. Le scelte progettuali sono state dettate dalla necessità di rispondere pienamente alle esigenze delle persone affette da disabilità sensoriale e cognitiva.
Materiali fonoassorbenti e informazioni utili
Accanto alla seduta, l’area rifugio è arricchita da ulteriori elementi fonoassorbenti che aiutano a creare un ambiente sereno e tranquillo. Sono stati aggiunti anche due pannelli informativi, anch’essi realizzati con materiali fonoassorbenti, che offrono dettagli utili riguardo alla percezione del suono, al sovraccarico sensoriale e alle varie atipicità sensoriali. Questa esposizione informativa non solo serve a educare i visitatori ma anche a sensibilizzarli sull’importanza della neurodiversità e delle diverse esperienze sensoriali.
Il nuovo spazio non si limita a essere una semplice area di pausa, ma diventa uno strumento di divulgazione scientifica, mettendo in evidenza le ricerche eseguite dall’Università di Trieste e il potenziale impatto sociale del design inclusivo. Attraverso queste iniziative, l’Immaginario scientifico si conferma come un punto di riferimento per la cultura della scienza, promuovendo un ambiente maggiormente accogliente e stimolante per tutti i visitatori.