La protesta degli studenti dell’università l’Orientale di Napoli ha preso una piega decisa con l’occupazione della sede di Palazzo Giusso. Da ieri, gli studenti hanno avviato un’azione di protesta che include flash mob e interventi simbolici per mettere in luce il loro dissenso verso i rapporti tra l’ateneo e la Nato. Questo evento segna una crescente tensione tra gli studenti e le istituzioni accademiche riguardo al ruolo delle università nel contesto dei conflitti internazionali.
Dettagli dell’occupazione e del flash mob
Nella giornata di ieri, gli studenti hanno organizzato un flash mob all’ingresso della sede occupata, un momento visivo e d’impatto che ha attirato l’attenzione. Durante l’evento, che si è svolto in un clima di forte determinazione, uno studente ha indossato una maschera rappresentante il rettore dell’università, Roberto Tottoli. Accanto a lui, un altro studente vestito in divisa ha impersonato il comandante della Nato, Angelo Michele Ristuccia. Questa rappresentazione è stata affiancata da corpi distesi a terra, coperti da teli bianchi, simbolo delle tantissime vittime dei conflitti armati supportati dalla Alleanza Atlantica. Gli studenti hanno voluto comunicare in modo forte e chiaro il loro messaggio: la guerra non deve essere parte della loro formazione.
Le richieste degli studenti
Il gruppo di studenti in occupazione ha espresso chiaramente le proprie richieste sia attraverso dichiarazioni pubbliche che azioni simboliche. Gli studenti hanno sottolineato che l’università l’Orientale è attualmente coinvolta in un protocollo d’intesa con due comandi della Nato, ossia il Comando Divisione Vittorio Veneto e il futuro Comando della Divisione Multinazionale Sud. La loro richiesta principale è quella di interrompere immediatamente i rapporti tra la Nato e l’università, sostenendo che le istituzioni educative non dovrebbero avere a che fare con le guerre. Questo appello mira a sensibilizzare l’opinione pubblica e le autorità riguardo al delicato equilibrio tra istruzione, ricerca e militarizzazione.
L’impatto sul dibattito pubblico
L’occupazione dell’università da parte degli studenti e la manifestazione creativa di dissenso hanno sollevato un dibattito significativo nel contesto accademico e politico. La protesta ha messo in evidenza le contraddizioni tra gli scopi educativi delle università e l’influenza delle istituzioni militari. L’azione mette in discussione il ruolo delle università come spazi neutri per l’apprendimento e la ricerca. Gli studenti cercano non solo di attrarre l’attenzione sulle loro problematiche specifiche, ma anche di stimolare una riflessione più ampia riguardo il legame tra istruzione e militarizzazione.
La questione di come le università possono e devono relazionarsi con le forze armate rimane aperta, mentre gli studenti continuano a far sentire la loro voce. La manifestazione potrebbe fungere da catalizzatore per altre università, incoraggiando una discussione più ampia sui valori etici e sulle responsabilità delle istituzioni accademiche nel contesto globale odierno.
Ultimo aggiornamento il 22 Novembre 2024 da Armando Proietti