Occupazione in Italia: dati e tendenze dal Censis sul mercato del lavoro nel 2024

Occupazione in Italia: dati e tendenze dal Censis sul mercato del lavoro nel 2024

Nel 2024, il mercato del lavoro in Italia mostra segnali contrastanti: aumento degli occupati a 23,8 milioni, ma persistono disoccupazione giovanile e gender pay gap. Necessarie politiche per ridurre le disuguaglianze.
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Occupazione in Italia: dati e tendenze dal Censis sul mercato del lavoro nel 2024 - Gaeta.it

Nel 2024, il mercato del lavoro in Italia mostra segnali contrastanti. Nonostante l’andamento negativo del PIL, il numero degli occupati ha raggiunto 23.878.000, con un incremento rispetto agli anni di crisi. Questa situazione è esaminata nel 58esimo rapporto Censis, che analizza i vari aspetti del lavoro e delle disuguaglianze in corso nel Paese, sottolineando come la disoccupazione giovanile e il gender pay gap rimangano problemi rilevanti da affrontare.

L’andamento dell’occupazione in Italia

Secondo il Censis, il numero degli occupati in Italia è cresciuto di 1,5 milioni rispetto ai periodi più critici della pandemia, mostrando un incremento del 4,6% rispetto al 2007. Tuttavia, il tasso di occupazione italiano rimane significativamente più basso rispetto alla media europea, mostrando un deficit di 8,9 punti percentuali nel 2023. Questo gap implica che, se l’Italia raggiungesse il livello di attività medio dell’Europa, potrebbero essere disponibili 3 milioni di posti di lavoro aggiuntivi.

Un aspetto definito preoccupante riguarda la persistente disoccupazione, che impedisce al Paese di sfruttare il proprio potenziale. Il rapporto mette inoltre in evidenza che il tasso di occupazione potrebbe superare i 26 milioni se il nostro Paese allineasse la propria situazione a quella europea. Il contesto attuale evidenzia la necessità di politiche che possano ridurre questo divario e incentivare l’ingresso nel mercato del lavoro.

Gender pay gap: un problema persistente

Nel 2024, l’Italia ha visto deteriorarsi la propria posizione nel Global Gender Gap Index, scivolando all’87esimo posto. Ciò testimonia la persistenza delle disuguaglianze di genere, soprattutto nel mondo del lavoro. Secondo i dati forniti dall’INPS, le donne nel settore privato guadagnano in media il 30,2% in meno rispetto agli uomini, con differenze marcate a seconda delle qualifiche. Questo divario remunerativo è particolarmente accentuato tra gli operai, con un distacco che arriva al 40,5%, e tra gli impiegati, dove è del 33,7%.

Le disparità non si limitano ai livelli superiori; anche tra apprendisti si riscontra un divario del 14,8%. Questo evidenzia come le differenze salariali inizino a manifestarsi già nelle fasi formative della carriera lavorativa. Un’indagine recente ha rivelato che, nel settore legale, il reddito medio degli uomini supera di oltre il doppio quello delle donne, con una differenza annuale di circa 30.580 euro. Tali dati sollevano interrogativi sulla reale volontà di affrontare queste disuguaglianze e implementare politiche di equità nel lavoro.

Crescita dell’occupazione giovanile

Negli ultimi tre anni, l’occupazione giovanile ha mostrato segni di miglioramento, raggiungendo i 3 milioni di occupati nella fascia d’età 15-29 anni, con un incremento di 206.000 unità dal 2019. Le donne occupano circa 1,2 milioni dei posti di lavoro disponibili, mentre gli uomini sono 1,8 milioni. Un dato interessante emerge dal primo semestre del 2024, quando il tasso di disoccupazione giovanile è sceso al 15,4%. Questo risultato evidenzia un trend positivo rispetto al 16,7% del 2023 e ai 21,3% nel 2019.

Parallelamente, il numero di Neet, ossia i giovani che non sono né occupati né impegnati in attività di studio o formazione, ha subito una drastica contrazione, scendendo del 28,3% rispetto al 2019 e arrivando a 1.405.000 unità nel 2023. Questi dati sono particolarmente significativi, poiché il costo sociale ed economico derivante dalla mancata inclusione di questi giovani nel mercato del lavoro è stimato in 15,7 miliardi di euro.

Crisi nel settore del lavoro domestico

Il lavoro domestico ha affrontato forti sfide nel 2024, con una perdita di circa 140.000 posti regolari negli ultimi due anni, scendendo a 833.874 lavoratori nel 2023. Questa situazione è emersa dopo un incremento dovuto alla pandemia, che aveva temporaneamente portato il numero a 950.565 nel 2020. La situazione ha visto anche un aumento dell’occupazione irregolare, evidenziando una crisi nel settore.

Negli ultimi anni, il numero di lavoratori italiani è aumentato, passando da 216.130 nel 2014 a 259.689 nel 2023. Al contrario, i lavoratori stranieri hanno visto una diminuzione, con un calo da 705.773 a 574.185 nel periodo analizzato. La maggior parte di questi lavoratori si concentra nelle regioni del Nord e del Centro Italia, mentre nel Sud prevalgono lavoratori italiani.

Un’indagine del Censis ha messo in luce come l’80% delle famiglie, che hanno partecipato al click day del “decreto flussi” per il settore domestico, abbia considerato insufficienti le sole 9.500 quote disponibili. Tempi di attesa lunghi e problematiche tecniche hanno complicato ulteriormente le procedure, rendendo difficile il reperimento di personale domestico regolare.

Ultimo aggiornamento il 6 Dicembre 2024 da Donatella Ercolano

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