All’Aquila, una trentina di medici oculisti provenienti da diverse zone interne della regione si sono ritrovati per una tavola rotonda dedicata all’aggiornamento sulle tecniche diagnostiche e chirurgiche nell’ambito della cura degli occhi. L’incontro, organizzato dalla clinica Oftalmica Gran Sasso, ha puntato a rafforzare la collaborazione tra strutture private e sanità pubblica, con lo scopo di migliorare l’assistenza agli pazienti affetti da patologie oculari.
partecipanti e obiettivi dell’incontro
All’evento hanno preso parte specialisti che operano nelle province dell’Aquila, Avezzano, nella Marsica e a Teramo. L’iniziativa ha offerto un’occasione formativa e uno spazio per il confronto sulle novità tecnologiche e scientifiche più recenti. Dino D’Andrea, direttore sanitario di Oftalmica Gran Sasso, e il dottor Stefano Gentile hanno spiegato che questo appuntamento vuole diffondere la conoscenza dei nuovi progetti di specializzazione sviluppati nella clinica. Per loro, è decisivo consolidare il rapporto con il servizio sanitario pubblico, così da promuovere una cura più completa e accessibile per i pazienti.
La partecipazione di numerosi oculisti conferma l’interesse suscitato da queste iniziative territoriali. Spesso, i medici delle aree più periferiche affrontano difficoltà nell’accedere a corsi aggiornati lontano dai grandi centri. Qui, invece, si sono potute delineare strade concrete per condividere competenze e migliorare le tecniche chirurgiche e diagnostiche a disposizione delle comunità locali.
focus sulle tecniche laser e innovazioni chirurgiche
Ad aprire i lavori è stato il dottor Germano Genitti, che dirige la Banca occhi e il reparto di oculistica nell’ospedale San Salvatore di L’Aquila. Il suo intervento ha messo in evidenza come sia organizzata una clinica oculistica moderna, con un’attenzione particolare alla tecnologia in sala operatoria, specie ai flussi laminari che aumentano la sicurezza durante gli interventi.
Genitti ha inoltre illustrato le due grandi famiglie di trattamenti laser oggi in prima linea: la chirurgia refrattiva per correggere problemi visivi come miopia e astigmatismo, e la chirurgia della cataratta premium, che offre soluzioni personalizzate rispetto alla tradizionale rimozione del cristallino opaco. Sono stati approfonditi sviluppi legati a tecniche mininvasive e a strumenti di precisione che riducono i tempi di recupero e migliorano i risultati visivi.
Durante la tavola rotonda, si è parlato anche delle terapie innovative per la gestione dell’occhio secco, una condizione frequente che può compromettere la qualità della vita. Specialistici di rilievo hanno condiviso gli ultimi progressi nella diagnosi e trattamento della secchezza oculare, con protocolli personalizzati studiati per ogni paziente.
la convenzione con unisalute e servizi avanzati in clinica
Nei mesi precedenti, la clinica Oftalmica Gran Sasso ha firmato un accordo con Unisalute, parte del Gruppo Unipol, che apre nuove possibilità per i pazienti assicurati. Questa convenzione copre ampi trattamenti per la vista, tra cui interventi di cataratta, diagnosi e cura delle degenerazioni maculari e terapie contro il glaucoma. L’obiettivo è semplificare l’accesso a esami specialistici e a interventi chirurgici nei territori interni della regione.
La struttura si trova in via Rauco 1, quartiere Pettino, ed è composta da tre ambulatori specializzati per la refrazione, l’esame OCT della macula e il campo visivo computerizzato Zeiss. Questi strumenti permettono ai medici di eseguire esami precisi utili per inquadrare patologie retiniche e nervose.
Dal punto di vista chirurgico, la clinica ha i laser necessari per trattare la cataratta secondaria, le patologie retiniche e altre condizioni grazie all’apparato innovativo per la cura del glaucoma e delle degenerazioni maculari atrofiche. La sala operatoria utilizza il microscopio Zeiss Lumera 700 e materiali avanzati per interventi complessi come vitrectomie e riparazioni retiniche.
È prevista a breve un’espansione della struttura con il raddoppio degli spazi attuali, così da offrire servizi più ampi e maggiori possibilità di cura ai pazienti dell’area aquilana e dei centri limitrofi.