Un recente lavoro condotto dall’Istituto Neurologico Mediterraneo Neuromed di Pozzilli ha evidenziato un legame tra il consumo abituale di olio di oliva e una diminuzione del rischio di sviluppare tumori al seno. Questa ricerca, all’interno del progetto UMBERTO e finanziata da Fondazione Umberto Veronesi, si concentra in particolare sui tumori ormono-negativi, che risultano più aggressivi e complessi da trattare. Lo studio è basato sui dati raccolti dalla coorte epidemiologica Moli-sani, che monitora la salute di migliaia di cittadini molisani dal 2005.
il ruolo dell’olio di oliva nella prevenzione del tumore al seno
Le ricerche sul legame tra alimentazione e tumori al seno sono numerose, ma il contributo specifico dell’olio d’oliva non era stato ancora profondamente indagato in popolazioni italiane. La dott.ssa Emilia Ruggiero e il suo team hanno analizzato un campione di 12 mila donne con età media di 55 anni, osservandole in un arco di tempo che supera i 13 anni. Il consumo medio giornaliero di olio di oliva registrato si aggira intorno a due cucchiai da tavola.
impatto sui tumori ormono-negativi
Lo studio ha mostrato che l’olio di oliva può avere un effetto protettivo soprattutto in presenza di tumori che non esprimono i recettori per estrogeni e progesterone. Questi tumori, detti ormono-negativi, sono noti per una crescita più rapida e una prognosi più sfavorevole rispetto alle forme ormono-positive. In questo modo l’olio di oliva si conferma come un elemento chiave della dieta mediterranea, ricca di effetti positivi sulla salute, non solo contro le malattie cardiovascolari ma anche contro alcune neoplasie.
Nel contesto italiano il tumore al seno è la neoplasia più frequente tra le donne, con circa 55 mila nuove diagnosi ogni anno. Rappresenta anche la prima causa di mortalità femminile legata al cancro. Questi dati sottolineano l’importanza di individuare fattori che possono contribuire alla prevenzione, in particolare mediante scelte alimentari.
dettagli e metodologia della ricerca moli-sani
La coorte Moli-sani è uno dei più estesi studi epidemiologici in Europa, con 25 mila partecipanti residenti in Molise coinvolti dal 2005, e mira a monitorare fattori ambientali e genetici che influenzano malattie cardiovascolari, tumori e patologie neurodegenerative. La raccolta dati si basa su questionari molto dettagliati, che registrano le abitudini alimentari in modo preciso.
Nello studio sull’olio di oliva e il tumore al seno, si è fatta luce su come la dieta mediterranea, con il suo focus su alimenti genuini e preparazioni semplici, possa influire sulla comparsa e sulla progressione della malattia. Il campione di donne è stato seguito per più di un decennio, permettendo di osservare gli effetti a lungo termine delle scelte nutrizionali.
biomarcatori e meccanismi di azione
Oltre alle informazioni sulle abitudini alimentari, sono stati raccolti campioni biologici che permetteranno di approfondire i meccanismi attraverso cui l’olio di oliva esercita la sua azione, come l’effetto antinfiammatorio e antitumorale. Questi biomarcatori possono fornire dati essenziali per capire come regolare la dieta anche in base a caratteristiche genetiche individuali o condizioni cliniche specifiche.
l’importanza della dieta mediterranea e dell’olio d’oliva secondo gli esperti
La dieta mediterranea rappresenta un modello alimentare ormai riconosciuto a livello mondiale per il suo contributo alla salute. La dott.ssa Ruggiero spiega che le ricerche finora hanno dimostrato come questo regime favorisca la prevenzione delle malattie croniche più diffuse, cardiovascolari, metaboliche e diverse forme tumorali. Negli ultimi anni la dieta mediterranea è stata anche collegata a effetti positivi sulle malattie neurodegenerative.
ruolo centrale dell’olio di oliva
Di particolare rilievo è l’olio di oliva, considerato il fulcro di questo modello alimentare. Non solo si distingue dagli altri grassi per la composizione chimica, ma è stato protagonista di uno dei primi grandi trial clinici condotti su larga scala, con risultati che hanno confermato i suoi benefici. Grazie a proprietà antinfiammatorie e antiossidanti, l’olio d’oliva riduce i processi che possono favorire la crescita tumorale.
L’alimentazione gioca un ruolo anche nella prevenzione secondaria, cioè nel ridurre la probabilità di recidiva o di sviluppare ulteriori complicazioni dopo una diagnosi. Mantenere un corretto peso corporeo rientra tra quei comportamenti che riducono il rischio di tumore al seno, e in questo l’alimentazione equilibrata risulta fondamentale.
suggerimenti per una alimentazione equilibrata e sostenibile
Alla luce dei risultati dello studio, si raccomanda di mantenere una dieta varia, concentrata su frutta, verdura, cereali, legumi e un consumo moderato di pesce e prodotti caseari. La carne rossa e i dolci andrebbero limitati per evitare fattori di rischio aggiuntivi. L’olio di oliva dev’essere preferito ad altri tipi di grassi, sia vegetali che animali, per i suoi benefici specifici.
Non si tratta solo di scegliere alcuni cibi, ma di adottare abitudini che rispettano la stagionalità e la biodiversità dei prodotti. La tradizione mediterranea privilegia inoltre preparazioni domestiche e alimenti poco lavorati. Il consumo di cibi ultra-processati è ormai noto per i suoi effetti negativi sulla salute, e il modello mediterraneo contrasta efficacemente questo fenomeno.
stile di vita e prevenzione
Infine, non va dimenticato che la dieta è solo una parte del quadro. Uno stile di vita complessivamente sano, che includa attività fisica e controllo del peso, risulta necessario per agire realmente sui fattori di rischio oncologico.
prossime fasi di studio e approfondimenti su tumori del sistema nervoso
Il lavoro della dott.ssa Ruggiero e dei suoi colleghi proseguirà focalizzandosi sui tumori del sistema nervoso centrale. Queste forme tumorali, pur essendo rare, pongono ancora molte domande circa le loro cause e possibili prevenzioni. Gli studi finora disponibili suggeriscono che la dieta mediterranea potrebbe ridurre il rischio di sviluppare, in particolare, i gliomi.
Nei prossimi anni sarà approfondito il rapporto tra il consumo di olio di oliva e il rischio di tumori cerebrali, sfruttando ancora una volta i dati raccolti nella coorte Moli-sani. Questi studi aiuteranno a capire come i fattori nutrizionali interagiscono con la biologia dei tumori e potranno guidare strategie di prevenzione più mirate.
La complessità della relazione tra dieta e tumori richiede un lavoro multidisciplinare e dati epidemiologici solidi come quelli forniti da Moli-sani permettono di progredire in questa direzione. Restare aggiornati su queste ricerche è fondamentale per migliorare gli interventi sanitari nel futuro.