Due delle vittime del badante Mario Eutizia, che ha confessato di aver assassinato quattro anziani, erano originarie di Latina. L’uomo, di 48 anni e senza fissa dimora al servizio della zona di Napoli, è attualmente in stato di fermo dopo essersi presentato in Questura a Caserta. La confessione, che ha lasciato la comunità profondamente scossa, ha rivelato dettagli agghiaccianti legati a crimini avvenuti nel corso di diversi anni.
Il profilo dell’assassino
Mario Eutizia: il badante e le sue azioni
Mario Eutizia si presenta come un uomo che ha operato nel settore della cura degli anziani, ma il suo gesto ha sollevato interrogativi inquietanti sulla vera natura dell’assistenza fornita. Originario di Napoli, Eutizia ha lavorato in diverse località, ma il suo servizio si è temporaneamente spostato anche verso Latina, dove ha fatto conoscenza con alcune delle sue vittime. La sua confessione, in cui manifesta una presunta volontà di “aiutare” gli anziani a non soffrire più, nasconde una realtà molto diversa, in cui l’umanità lasciava spazio a una deriva criminale.
Ricerche sul suo passato non hanno rivelato solamente il suo profilo professionale, ma anche un insieme di comportamenti che, a posteriori, possono apparire sospetti. Da quanto emerge, il badante avrebbe scelto, sotto la maschera della pietà, di somministrare farmaci letali a pazienti già fragili e sofferenti. Questa condotta solleva interrogativi sulla supervisione operante nei servizi di assistenza domiciliare e sull’importanza di monitorare la provenienza e la qualificazione del personale addetto.
Le vittime: un racconto di sofferenza
Gli anziani colpiti da un destino terribile
Le vittime dell’orrendo crimine sono tutte pazienti oncologici, e la loro storia personale è un ritratto di fatiche e battaglie contro una malattia terribile. Tra i malcapitati, due provenivano da Latina, mentre gli altri erano residenti in Cilento e Casoria. Quest’ultima circostanza mette in risalto non solo il profilo delle vittime ma anche un collegamento tra le aree geografiche interessate, suggerendo un modus operandi dell’assassino che ha saputo muoversi tra diverse zone.
Molti di questi anziani avevano già dovuto affrontare una vita di sofferenza, dovuta non solo alle patologie invalidanti, ma anche al bisogno di assistenza e cure. La loro vulnerabilità ha fatto di loro obiettivi facili per un uomo che, proficando di una situazione di bisogno, ha abusato del suo ruolo. L’atto di Eutizia non solo ha spezzato le vite di quattro persone, ma è anche un colpo profondo per le famiglie, già provate dal peso delle malattie.
Il dettaglio degli omicidi
Un quadro di crudeltà
La modalità di azione del badante è stata definita dai Carabinieri di Caserta come particolarmente agghiacciante. Eutizia avrebbe somministrato ai suoi pazienti massicce dosi di farmaci antitumorali e antidolorifici, concretizzando l’idea di “aiutare” a morire senza sofferenza, un pensiero distorto che ha portato a ben quattro omicidi. L’ultimo omicidio risale al 4 marzo di quest’anno, avvenuto a Vibonati nel Cilento, mentre uno dei precedenti porta la data di dicembre 2023.
Le indagini hanno anche rivelato che altri omicidi risalgono al 2014, periodo in cui il badante operava a Latina. In questo contesto, il profilo delle vittime e le modalità di uccisione pongono interrogativi sul modo in cui tali atrocità siano state possibili nel silenzio e nel disinteresse generale. Le autorità sono ora al lavoro per identificare anche le ultime due vittime rimaste nell’ombra, colpite da questa sequela di violenza camuffata da pietà.
I fatti emersi in questa triste vicenda invitano a una riflessione più ampia e necessaria sulla cura degli anziani e sulle misure di sicurezza e controllo da adottare per prevenire il ripetersi di simili atrocità.
Ultimo aggiornamento il 24 Agosto 2024 da Elisabetta Cina