Recenti eventi di violenza in Italia hanno destato grande allerta, evidenziando il malessere psicologico e le lacune delle istituzioni. Due cruenti omicidi, quello di Paderno Dugnano e l’omicidio di Sharon Verzeni a Terno d’Isola, pongono interrogativi inquietanti sulle possibili cause e responsabilità legate a tali tragedie. Entrandogli nel merito, è necessario affrontare la questione del deterioramento della salute mentale tra i giovani e l’efficacia delle risposte delle autorità .
Il massacro di Paderno Dugnano
La notte tra il 17 e il 18 febbraio ha visto consumarsi un’orrenda strage familiare a Paderno Dugnano, un comune dell’area metropolitana di Milano. Un giovane di 17 anni ha brutalmente assassinato tre membri della sua famiglia: il padre, la madre e il fratello minore di soli dodici anni. Gli eventi si sono svolti in un contesto che ha lasciato la comunità incredula e in preda a sentimenti di impotenza e smarrimento.
Il giovane, attualmente ospitato presso il centro di prima accoglienza Beccaria di Milano, ha espresso il suo malessere durante l’interrogatorio, sottolineando una sensazione di oppressione ed estraneità che lo attanagliava. Malgrado le domande degli inquirenti, non è riuscito a chiarire le motivazioni che lo hanno spinto a compiere un atto così violento. Il Pubblico Ministero Sabrina Ditaranto ha confermato che al momento le indagini non sono riuscite a individuare una causa plausibile dietro l’assassinio, mentre il ragazzo descrive il suo stato d’animo come acuto disagio psicologico.
Secondo le ricostruzioni, il ragazzo ha attaccato il fratello mentre dormiva, per poi aggredire i genitori che si sono precipitati in suo soccorso. Al momento dell’arrivo delle forze dell’ordine, il giovane appariva tranquillo e lucido, seduto su un muro in prossimità del luogo del delitto, con un grosso coltello da cucina a pochi passi da lui. La brutalità dell’atto ha scatenato un acceso dibattito sulla difficoltà di individuare e intervenire tempestivamente in situazioni di disagio mentale tra i giovani.
L’omicidio di Sharon Verzeni
Un altro caso che ha destato particolare preoccupazione è l’omicidio di Sharon Verzeni, avvenuto a Terno d’Isola, dove il presunto assassino, Moussa Sangare, ha confessato di aver inflitto alla vittima quattro coltellate. Le dichiarazioni di Sangare, rese nei suoi ultimi interrogatori, rivelano una mancanza di comprensione riguardo le motivazioni che lo hanno spinto a commettere il crimine, descrivendo un impulso inspiegabile che ha preceduto l’atto violento.
Sangare ha anche rivelato di aver eseguito una sorta di “esercitazione con un coltello” prima dell’omicidio, un dettaglio che solleva interrogativi sul suo stato mentale. L’assassinio di Sharon ha fatto riemergere varie preoccupazioni circa le omissioni potenzialmente letali da parte delle autorità competenti. Associazioni come il Codacons hanno avanzato segnalazioni riguardanti comportamenti problematici di Sangare e le relative risposte degli assistenti sociali.
L’assenza di un intervento tempestivo da parte delle istituzioni preposte ha portato a richieste di indagini più approfondite su eventuali negligenze da parte degli enti locali. Le autorità , quindi, si trovano a dover riconsiderare le loro pratiche per garantire una risposta adeguata alle segnalazioni di disagio psichico e prevenire che simili episodi si ripetano in futuro.
Questi gravi eventi stanno gettando luce su un problema complesso, quello del malessere psicologico nei giovani, e sulla necessità di migliorare le azioni preventive e le strategie di intervento delle istituzioni, affinché non si verifichino altre tragedie simili in futuro.