Un nuovo caso di femminicidio scuote l’Italia, lasciando una comunità in stato di shock e tre bambini orfani. Nella notte scorsa, Ana Cristina Duarte, una donna di 38 anni di origini brasiliane, è stata brutalmente assassinata dal marito, Ezio Di Levrano, 53 anni, in un clima di violenza domestica che si protraeva da anni. I dettagli di questo tragico evento rivelano quanto sia complicata e pericolosa la vita di chi cerca di fuggire da relazioni tossiche.
La tragedia della violenza domestica
La drammatica storia di Ana Cristina
Ana Cristina Duarte viveva a Colli al Metauro da diversi anni. Ormai integrata nella comunità, era madre di tre bambini di 6, 12 e 14 anni. Nonostante avesse subito maltrattamenti da parte del marito, non era riuscita a trovare il coraggio di intervenire in modo decisivo. Infatti, pur avendo segnalato la sua situazione alle autorità, non aveva presentato una denuncia formale. La notte dell’assassinio, nel corso di un acceso conflitto con Di Levrano, le urla disperate di Ana hanno risuonato nell’aria, svegliando i vicini allarmati che hanno allertato i soccorsi.
Un tragico epilogo è avvenuto in una casa ormai diventata un luogo di pericolo, dove la violenza era all’ordine del giorno. La donna, che nel corso degli anni aveva raccontato delle umiliazioni e degli abusi subiti, ha vissuto una situazione di isolamento e paura. La reazione degli organi competenti, sebbene tempestiva, non è stata sufficiente a prevenire l’inevitabile tragedia.
I segnali ignorati
Il caso di Ana Cristina slitta in un ambito di studi più ampio sulla violenza di genere e sulla difficoltà delle vittime di denunciare. Molte donne, come lei, si trovano intrappolate in un ciclo di violenza che sembra senza via d’uscita. Nonostante sia scattato il ‘codice rosso’ in seguito alla sua segnalazione, la mancanza di una denuncia formale l’ha resa vulnerabile. La sua decisione di tornare a casa la notte dell’omicidio, forse per rivedere i figli, dimostra quanto sia complesso e straziante il cammino di una persona vittima di violenza domestica.
L’omicidio e la successiva cattura
La dinamica della tragedia
Il tragico avvenimento si è consumato all’interno dell’abitazione della coppia, dove Ana è stata accoltellata più volte. Ezio Di Levrano, al culmine di una lite, ha utilizzato un coltello serramanico, infliggendo colpi fatali all’addome della donna. L’intervento tempestivo dei vicini ha portato all’allerta delle autorità, rendendo possibile l’arrivo dei soccorsi. I paramedici, purtroppo, si sono trovati ad affrontare una situazione già disperata, con la donna in gravi condizioni.
Mentre il marito scappava, lasciando i tre bambini terrorizzati, è iniziata una frenetica operazione di ricerca da parte delle forze dell’ordine. I carabinieri della compagnia di Fano hanno subito avviato le ricerche, circondando l’area attorno alla casa e distribuendo le risorse necessarie per catturare l’omicida.
La cattura di Ezio Di Levrano
Nella notte successiva all’omicidio, le forze dell’ordine sono riuscite a rintracciare Ezio Di Levrano. L’uomo è stato trovato nascosto in un terreno vicino alla scena del crimine, allarmato e nel tentativo di eludere la giustizia. Durante le ricerche sono stati recuperati anche l’arma del delitto e altri elementi utili per l’indagine. Il 53enne è stato arrestato e trasferito nella Casa Circondariale “Villa Fastiggi” di Pesaro, dove rimarrà in attesa dell’udienza di convalida.
Un episodio che non solo ha spezzato una vita, ma ha anche dimostrato la necessità di un approfondimento sull’implementazione delle misure di protezione per le donne vittime di violenza, poiché la legge da sola non basta. È fondamentale che la società prenda atto di episodi simili e lavori in sinergia per prevenire la violenza e proteggere coloro che si trovano in situazioni critiche, garantendo il supporto necessario e l’accesso alla giustizia.
Le indagini continueranno e la comunità rimane in attesa di risposte.