Omicidio a Genova: inizia il processo a Ahmed Mustak, accusato della morte della moglie

Omicidio a Genova: inizia il processo a Ahmed Mustak, accusato della morte della moglie

Il processo a Ahmed Mustak, accusato di aver ucciso la moglie Sharmin Sultana mascherando il delitto come suicidio, si concentra su testimonianze chiave e dinamiche di violenza domestica.
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Omicidio a Genova: inizia il processo a Ahmed Mustak, accusato della morte della moglie - Gaeta.it

Un caso di cronaca che ha suscitato grande attenzione quello di Ahmed Mustak, un uomo di 44 anni attualmente sotto processo a Genova. È accusato di aver ucciso la moglie Sharmin Sultana, 32 anni, mascherando la morte come un suicidio. Il dibattimento è iniziato presso la Corte d’Assise, con l’audizione di soccorritori e investigatori presenti al momento dell’accaduto. Il presidente della corte, Massimo Cusatti, ha rinviato l’udienza al 16 gennaio per permettere a un perito di trascrivere alcune intercettazioni cruciali richieste dal pubblico ministero Marcello Maresca.

Le testimonianze cruciali e la richiesta di protezione

Un aspetto significativo di questo processo è la testimonianza del figlio più piccolo della coppia. Tuttavia, il suo stato di salute non consente di ascoltarlo in aula, e sarà necessario un accertamento da parte di un medico legale per valutare l’impossibilità di testimoniare. Quella voce infantile si era rivelata determinante per mettere in dubbio la versione consegnata da Mustak riguardo alla morte della madre. Il ragazzo, assieme al fratello di 10 anni, ha fornito una narrazione drammatica degli incidenti domestici che hanno preceduto la tragica morte di Sharmin, avvenuta a marzo 2023 nel quartiere di Sestri Ponente.

La testimonianza del minore ha descritto situazioni di violenza, con frasi che raccontano una realtà tragica: “Papà si è arrabbiato e ha sbattuto la testa della mamma a terra”. Queste parole, unite a un disegno realizzato dal bambino, hanno offerto uno spaccato inquietante della vita familiare e hanno contribuito a far emergere la verità dietro il racconto di Mustak.

Le dinamiche familiari e il contesto di violenza

I dettagli emersi dalle indagini indicano che Ahmed Mustak esercitava una costante pressione sulla moglie, la quale cercava di affermarsi anche tramite i social, da TikTok a ricercare un’occupazione. Queste aspirazioni di Sharmin sembravano non trovare supporto nel marito, il quale voleva mantenerla in una situazione di sottomissione. Gli investigatori hanno ricostruito il quadro familiare come permeato da un’atmosfera di tensione e controllo.

Mustak, arrestato un anno fa, aveva inizialmente fornito una versione dei fatti comoda per lui, sostenendo che la morte di Sharmin fosse avvenuta a causa di un suicidio. Tuttavia, nel recente periodo, ha cambiato completamente la narrazione, parlando di una caduta accidentale avvenuta durante un litigio. Un’evoluzione del racconto che lascia aperti interrogativi sulle reali motivazioni e sulle dinamiche che hanno portato alla morte della donna.

I risvolti del caso e l’attesa per il verdetto

Il processo rappresenta un momento cruciale non solo per la giustizia ma anche per il riconoscimento delle vittime di violenza domestica. Ogni singolo aspetto dell’udienza e delle testimonianze potrebbe avere un impatto significativo sul futuro di Mustak e sulla vita dei suoi figli, che si trovano al centro di una vicenda drammatica. L’attesa per la reazione della giustizia si fa sempre più palpabile, con la comunità e le associazioni che seguono da vicino gli sviluppi del caso, sperando in un esito che possa portare un minimo di giustizia per Sharmin e una nuova speranza per i bambini.

Il prossimo appuntamento in aula promette di essere denso di emozioni e attese, in un processo che potrebbe illuminare le ombre della violenza domestica e lottare per una maggiore consapevolezza e protezione per le vittime.

Ultimo aggiornamento il 9 Gennaio 2025 da Sofia Greco

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