omicidio a milano: gambiano fermato per la morte di un domestico filippino nel centro città

omicidio a milano: gambiano fermato per la morte di un domestico filippino nel centro città

Un uomo gambiano di 28 anni è stato fermato per l’omicidio del domestico filippino di 61 anni a Milano; indagini in corso per ricostruire dinamica e motivazioni del delitto avvenuto in una villa.
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Un uomo gambiano di 28 anni è stato fermato per l’omicidio di un domestico filippino di 61 anni avvenuto a Milano durante la Pasqua; l’indagine è in corso e l’arrestato sarà interrogato domani. - Gaeta.it

Un uomo di 28 anni di origine gambiana è stato fermato per l’omicidio di Angelito Acob Manansala, un domestico filippino di 61 anni trovato morto nella sua abitazione milanese. Il delitto è avvenuto il giorno di Pasqua in una villa di via Randaccio, nel cuore di Milano. L’uomo sarà interrogato domani mattina dal giudice per le indagini preliminari nel carcere di San Vittore.

il percorso di dawda bandeh dall’arrivo in italia alla vita senza fissa dimora

Dawda Bandeh è arrivato in Italia nel 2011 come minorenne non accompagnato, a soli 14 anni. Era stato accolto in una comunità della provincia di Como, dove risultava ancora domiciliato, anche se quell’indirizzo in realtà era fittizio. Lo aveva indicato per ottenere il rinnovo del permesso di soggiorno, accompagnato da un contratto di lavoro come domestico, impiego che tuttavia sembra non abbia mai svolto. In effetti, Bandeh si dichiarava senza fissa dimora, vivendo in modo nomade nella zona.

Nel suo passato emergono alcune denunce e precedenti, tra cui un episodio del 2019 per guida in stato di ebbrezza nel Comasco. Più recenti sono state due denunce a pochi giorni dal delitto: il sabato precedente per il furto di un capo di abbigliamento steso su un balcone vicino a Porta Romana; all’alba di domenica per violazione di domicilio in via Melchiorre Gioia. Evidenze che delineano una traiettoria di piccoli reati nell’area milanese.

il delitto in via randaccio e le circostanze dell’omicidio

Domenica 21 aprile, poco dopo le 8 del mattino, Bandeh è stato fermato dalla polizia. A quel punto, dopo le formalità burocratiche in caserma, è uscito e si è diretto verso la villa liberty in via Randaccio. Qui il domestico Angelito Acob Manansala era appena uscito per portare a spasso i cani. Al rientro probabilmente i due si sono trovati faccia a faccia.

Gli investigatori hanno rilevato segni di colluttazione in una stanza diversa da quella del ritrovamento del corpo. Il resto della casa mostrava disordine, come se l’assalitore avesse rovistato, ma senza distruggere nulla. Si ipotizza che l’intento fosse il furto, anche se al momento risultano mancanti 3.000 euro in contanti custoditi in un armadio, mai trovati addosso a Bandeh. I sospetti sono forti sul fatto che proprio lui abbia strangolato e ucciso Manansala.

le ore successive all’omicidio e il momento della scoperta del corpo

Resta da capire come Bandeh abbia trascorso le dieci ore tra il momento dell’omicidio e il rientro della famiglia nel tardo pomeriggio. Intorno alle 18, l’affittuario dell’appartamento, un uomo israeliano di 52 anni, è tornato insieme alla figlia di 17 anni. La ragazza ha notato subito il domestico steso in una camera da letto. Poi, ha visto qualcuno muoversi nella casa e sentito rumori di chi frugava tra i cassetti.

Padre e figlia sono usciti in fretta, chiudendo la porta a chiave. Nel tentativo di chiamare soccorsi, il 52enne ha evitato di menzionare un corpo. Quando la polizia e i vigili del fuoco sono entrati scardinando la porta sul retro, Manansala era morto da molte ore. Bandeh si trovava ancora nell’appartamento, agitato e pronto a opporre resistenza, tanto da richiedere l’uso del taser per essere fermato.

Nell’abitazione c’erano anche gli animali domestici della famiglia: due cani meticci e un gatto. La polizia sta tuttora esaminando le immagini delle telecamere di sorveglianza della villa per ricostruire con precisione le ore scorse tra omicidio e arresto. Le registrazioni potrebbero chiarire se Bandeh sia rimasto in casa tutto il tempo o se sia uscito e rientrato.

l’interrogatorio e le prossime mosse giudiziarie

Domani Dawda Bandeh sarà ascoltato dal giudice per le indagini preliminari nel carcere di San Vittore. Sarà un momento decisivo per chiarire la dinamica dell’omicidio e per valutare la convalida del fermo per omicidio volontario. Gli inquirenti punteranno a ricostruire con lui i dettagli delle ore in casa e a chiarire le motivazioni esatte dietro la morte di Angelito Acob Manansala. La magistratura cercherà di stabilire con precisione il quadro probatorio e di fare luce sui fatti di via Randaccio, nel centro di Milano.

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