Nella mattinata di oggi si è svolta un’importante udienza nel processo relativo all’omicidio di Youns El Bossettaoui, il trentanovenne di origini marocchine ucciso il 20 luglio 2021 a Voghera. La testimonianza di Alì, uno dei fratelli della vittima, ha portato alla luce dettagli significativi sul comportamento di Youns nei mesi precedenti alla tragedia. Massimo Adriatici, l’ex assessore leghista accusato dell’omicidio, è presente in aula per rispondere all’accusa di eccesso colposo di legittima difesa.
La ricerca di Youns prima della tragica scoperta
Alì ha raccontato come la famiglia avesse cercato Youns per settimane, recandosi dai carabinieri in diverse occasioni: il 2 e il 17 luglio. L’importanza della manifestazione in suo onore, la festa del montone, un evento significativo per la comunità musulmana, ha spinto i familiari a temere per la sua sicurezza, soprattutto dopo che non era stato visto neppure il giorno prima. L’input per la loro ricerca si è intensificato, portandoli a visitare luoghi pubblici, comprese le aree nei pressi dei giardini e diversi bar della zona. La triste scoperta della sua morte è arrivata all’ospedale, dove i familiari hanno appreso che Youns era deceduto a seguito degli eventi della sera precedente.
Questa drammatica testimonianza rivela non solo la disperazione dei familiari nell’interessarsi del benessere di Youns, ma sottolinea anche il forte coinvolgimento della comunità, che ha vissuto giorni di angoscia e apprensione. La morte di Youns ha scosso profondamente Voghera, poiché si è trattato di un evento violento che ha colpito non solo la vittima, ma ha riallacciato i temi delicati della sicurezza e del rapporto tra le forze dell’ordine e i cittadini.
Comportamento di Youns e l’intervento del centro di supporto
Alì ha condiviso in aula che, sebbene Youns avesse avuto problemi comportamentali solo nell’ultimo semestre, la sua vita prima di quel periodo era sostanzialmente normale, nonostante alcune fasi di detenzione. L’introduzione di queste informazioni si rivela cruciale, poiché si delinea un quadro di un uomo che, sebbene avesse affrontato delle difficoltà, non appariva come una persona aggressiva o pericolosa.
Durante l’udienza, è stata ascoltata una rappresentante di un centro di supporto dove Youns era seguito finalmente per i suoi problemi comportamentali. Questo punto ha connota un aspetto importante della vita della vittima: la capacità di affrontare le problematiche e la ricerca di aiuto. La responsabile ha confermato che Youns si comportava in modo adeguato, evidenziando come non fosse caratterizzato da tendenze violente.
Questa testimonianza potrebbe evidenziare una disparità tra l’immagine di Youns descritta in aula e quella rappresentata da Adriatici, contribuendo a chiarire le circostanze psicologiche che possono aver influenzato gli eventi della notte fatale. La complessità del caso si arricchisce di ulteriori sfumature, andando oltre la mera suddivisione di colpe e responsabilità.
Sviluppi del processo e attese future
Il processo proseguirà con un nuovo appuntamento fissato per mercoledì 18 settembre, momento in cui sarà presente Massimo Adriatici per fornire la sua versione dei fatti. Questa udienza si preannuncia come un punto cruciale, poiché potrà chiarire ulteriormente i contorni legali della tragedia. Il 4 ottobre, si prevede che vengano ascoltati i testimoni della difesa, un passaggio fondamentale per comprendere come Adriatici intenda costruire la propria difesa.
Successivamente, il 23 ottobre, il tribunale entrerà nella fase di discussione, che culminerà il 6 novembre con l’attesa sentenza. Le prossime settimane saranno decisive e affinché si giunga a chiarimenti adeguati e giusti, la comunità attende con apprensione gli sviluppi futuri di un processo già ricco di colpi di scena e connotazioni emotive.
Ultimo aggiornamento il 12 Settembre 2024 da Sofia Greco