Il tragico omicidio di Sharon Verzeni, avvenuto lo scorso luglio a Terno d’Isola, ha scosso la comunità locale. I Carabinieri di Bergamo hanno arrestato un uomo di 31 anni, Moussa Sangare, che ha confessato di aver ucciso la donna in un momento di raptus. La vicenda si arricchisce di dettagli inquietanti, con le autorità che indagano su un complesso quadro personale dell’imputato.
L’omicidio di Sharon Verzeni
L’omicidio di Sharon Verzeni è avvenuto nella notte tra il 29 e il 30 luglio 2023 a Terno d’Isola, un comune della provincia di Bergamo. La vittima, 39enne di origini italiane, è stata aggredita in un contesto drammatico e improvviso, secondo le dichiarazioni dell’indagato. Moussa Sangare, 31 anni, disoccupato e con precedenti penali, è stato arrestato dai Carabinieri di Bergamo con l’accusa di omicidio volontario.
Le indagini hanno preso il via immediatamente dopo il ritrovamento del corpo della vittima. Gli inquirenti hanno sottolineato l’importanza delle registrazioni delle telecamere di sorveglianza. Questi filmati hanno mostrato Moussa Sangare mentre si allontanava in bicicletta dal luogo dell’omicidio, fornendo un elemento cruciale per la ricostruzione degli eventi. Successivamente, le autorità hanno rinvenuto la bicicletta utilizzata dall’uomo, insieme all’arma del delitto e agli abiti indossati quella notte, grazie alle indicazioni fornite dallo stesso indagato.
La confessione dell’indagato
Subito dopo il fermo, Moussa Sangare ha rilasciato una confessione sorprendente e allarmante. “Ho avuto un raptus improvviso. Non so spiegare perché sia successo, l’ho vista e l’ho uccisa,” avrebbe dichiarato agli investigatori. Queste parole hanno sollevato interrogativi sulla lucidità dell’omicida al momento dell’aggressione e sul suo stato mentale pregresso.
La procuratrice Rota ha puntualizzato che Sangare è uscito di casa con ben quattro coltelli, elemento che supporta l’ipotesi della premeditazione. Gli investigatori sottolineano l’assenza di motivi religiosi o terroristici che possano giustificare un atto così violento. Dalle indagini emerge che l’uomo e la vittima non si conoscevano e non avevano mai avuto contatti. “Poteva essere Sharon o chiunque altro passasse di lì,” ha affermato la procuratrice, evidenziando la casualità del tragico evento.
Il profilo dell’indagato e il contesto familiare
Moussa Sangare non è nuovo alle forze dell’ordine. L’uomo aveva infatti già riportato denunce per maltrattamenti nei confronti della madre e della sorella, un quadro che dipinge una storia di conflitti familiari. Inoltre, secondo la procuratrice Rota, Sangare ha manifestato problemi psichici che, sorprendentemente, non erano mai stati seguiti da specialisti in psichiatria. Questo elemento ha fatto emergere dubbi sulla sua salute mentale e sulla possibilità che la sua condizione potesse contribuire all’episodio di violenza.
Al momento, le autorità stanno proseguendo le indagini per chiarire ulteriori dettagli sulla vita di Moussa Sangare e sul contesto che ha portato a questo crimine efferato. Gli esperti stanno analizzando gli effetti di una potenziale malattia mentale sulla sua condotta, nonché le responsabilità di chi avrebbe dovuto intervenire in passato per tutelarlo e prevenire episodi di violenza.
L’omicidio di Sharon Verzeni rappresenta una tragedia che ha colpito profondamente Terno d’Isola, lasciando un segno indelebile nella comunità e rendendo necessario un dibattito sulle problematiche legate alla salute mentale e alla violenza domestica.