Omicidio di Sharon Verzeni: il pm conferma, confessione choc di Moussa Sangare

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Omicidio di Sharon Verzeni: il pm conferma, confessione choc di Moussa Sangare - Gaeta.it

La drammatica vicenda dell'omicidio di Sharon Verzeni continua a suscitare forte attenzione in città. Moussa Sangare, attualmente in carcere, ha confessato l'atto violento dopo aver tentato invano di presentare la propria versione dei fatti. Le evidenze raccolte, da immagini delle telecamere a conversazioni intercettate, hanno portato il pm Emanuele Marchisio a chiudere il cerchio attorno a questo caso complesso e inquietante.

Le circostanze emergenti dall'indagine

Sono emersi dettagli significativi durante le indagini condotte dai carabinieri di Bergamo, che hanno rivelato un quadro a dir poco inquietante. Le "circostanze palesemente false" fornite da Sangare, in contrasto con il contenuto inequivocabile delle immagini delle telecamere di sorveglianza, sono state determinanti per l'evoluzione del caso. Le conversazioni intercettate tra Sangare e i due testimoni che lo hanno riconosciuto hanno giocato un ruolo chiave nello sviluppo dell'indagine.

Il 29 agosto, data cruciale per le indagini, i tre – Sangare e i due testimoni – si trovavano nella sala di attesa del Comando Provinciale dei Carabinieri di Bergamo. Qui, il comportamento di Sangare ha attirato l'attenzione degli investigatori, portandoli a ritenere che la sua versione fosse fraintesa o costruita ad arte. Il suo tentativo di giustificarsi attraverso "falsità evidenti" non ha avuto esito, portando a una confessione che ha fugato dubbi sulla sua colpevolezza.

La negazione di un coinvolgimento

Inizialmente, Moussa Sangare ha negato di essere stato a Terno d’Isola, il luogo del delitto, negli ultimi mesi. Tuttavia, l'ordinanza del gip Raffaella Mascarino, che ha convalidato il fermo dell’indagato, ha rivelato un legame profondamente radicato con quel luogo. L'esibizione del video che dimostrava il suo "percorso notturno" ha costretto Sangare a cambiare versioni. Nonostante abbia ammesso di trovarsi sul luogo del delitto, ha tentato di scagionarsi indicando un "altro fantomatico soggetto" come autore dell'omicidio.

Questa nuova narrazione, contraddittoria e poco credibile, ha mostrato le lacune di Sangare. Infatti, ha riferito che Sharon sarebbe stata in compagnia di un "amico", con cui si sarebbe intrattenuta in una discussione sfociata in violenza. Tuttavia, i filmati delle telecamere sono stati in grado di corroborare la versione opposta, mostrando la giovane barista passeggiare da sola nel momento precedente all'omicidio.

Dettagli sul comportamento di Sangare

Un altro aspetto che ha sollevato interrogativi è stata l'affermazione di Sangare riguardo al proprio aspetto fisico. Secondo l'indagato, si sarebbe tagliato i capelli "due o tre mesi" prima della sua audizione presso il tribunale. Tuttavia, le evidenze fotografiche e testimonianze hanno messo in dubbio la veridicità di questa affermazione. Al momento dell'audizione, i capelli di Sangare apparivano infatti estremamente corti, suggerendo che il taglio fosse avvenuto molto più recentemente.

Inoltre, il fatto che Sangare fosse stato recentemente trasferito dal carcere di Bergamo a quello di San Vittore a Milano per motivi di sicurezza ha sollevato ulteriori considerazioni circa il suo stato mentale e la sua credibilità. Le notizie riportate indicano anche che altri detenuti avrebbero tentato di aggredirlo, lanciandogli bottiglie incendiarie, contribuendo a disegnare un profilo di un uomo sotto stress e in crisi.

La comunità continua a chiedersi come possa un fatto così tragico avvenire e si aspetta una risposta chiara dalla giustizia, mentre il caso di Sharon Verzeni rimane un doloroso ricordo per molti.

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