L’omicidio di Sharon Verzeni, barista di 33 anni assassinata durante un jogging a Terno d’Isola, continua a tenere alta l’attenzione pubblica. Moussa Sangare, accusato dell’efferato delitto, è pronto a presentarsi nella Corte d’assise di Bergamo. Il caso, caratterizzato da un’angosciante brutalità , ha suscitato non solo paura ma anche interrogativi sulla mente dell’assassino e sulla genesi di un gesto così insensato.
I dettagli del delitto e il contesto del caso
La notte tra il 29 e il 30 luglio dello scorso anno, Terno d’Isola è diventata teatro di un crimine atroce e incomprensibile. Sharon Verzeni, mentre si allenava, è stata colpita da almeno quattro fendenti sferrati al petto e al dorso. La violenza dell’assalto ha lasciato la comunità nel terrore per un mese, alimentando la paura di un killer ancora in libertà .
Le indagini condotte dai carabinieri hanno messo in luce l’intensità del lavoro investigativo. Gli inquirenti hanno setacciato la vita privata di Sharon, cercando un movente dietro la brutalità dell’omicidio. Tuttavia, ciò che emerse fu un vuoto: per Moussa Sangare non c’era alcun motivo logico, solo un impulso irrazionale. Il giovane, che aspirava a diventare rapper, ha parlato di un “feel”, un eccitamento che lo ha guidato ad assassinare Sharon. I dettagli agghiaccianti emersi dalle indagini hanno restituito il ritratto di un assalitore privo di motivazioni comprensibili.
La cattura di Moussa Sangare e la sua difesa legale
Dopo un mese di indagini, la polizia è riuscita a catturare Moussa Sangare, riconosciuto grazie alle riprese delle telecamere di sorveglianza e alle testimonianze di alcuni testimoni. La sua dichiarazione dinanzi ai carabinieri, in cui affermava che “poteva essere chiunque”, ha ulteriormente inquietato l’opinione pubblica. Il giovane, definito dal suo legale, Giacomo Maj, come una persona con “gravi problemi”, rischierebbe di affrontare una pesante condanna.
Domani, in aula, il suo avvocato porterà avanti la richiesta di una perizia psichiatrica. Questo passo potrebbe rivelarsi cruciale per il futuro di Sangare. La sua condizione mentale sarà esaminata per determinare se fosse capace di intendere e volere al momento del delitto. Sia il legale che la difesa sono già consapevoli delle possibili implicazioni che una valutazione psichiatrica potrebbe avere sul processo.
Il dolore dei familiari e il ricordo di Sharon
In aula, il compagno di Sharon, Sergio Ruocco, non sarà solo. Al suo fianco ci saranno anche i familiari della vittima, che nonostante la perdita continuano a onorare la sua memoria. Ogni giorno, la famiglia si reca al cimitero per rendere omaggio a Sharon, sulla cui lapide hanno inciso una toccante strofa di Francesco Guccini: “Voglio però ricordarti com’eri, pensare che ancora vivi, voglio pensare che ancora mi ascolti, che come allora sorridi.”
Queste parole rispecchiano il forte legame che unisce i familiari alla giovane, portando alla luce la profondità del dolore che si porta dentro. Il processo di domani non segnerà solo l’inizio di un capitolo giuridico, ma sarà un momento di riflessione collettiva su una tragedia che ha colpito non solo una famiglia, ma un’intera comunità . La ricerca della verità su un crimine tanto efferato continua, con tutti gli occhi puntati sulla Corte d’assise di Bergamo.