Omicidio Saman Abbas: il processo di appello si riapre a Bologna con nuovi elementi di prova

Omicidio Saman Abbas: il processo di appello si riapre a Bologna con nuovi elementi di prova

A Bologna inizia il processo di appello per la scomparsa di Saman Abbas, con focus su prove cruciali e testimonianze della famiglia, mentre la Procura presenta nuove evidenze e richieste.
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Omicidio Saman Abbas: il processo di appello si riapre a Bologna con nuovi elementi di prova - Gaeta.it

La tragica vicenda di Saman Abbas, giovane donna scomparsa nel 2021, giunge a un nuovo capitolo con l’apertura del processo di appello a Bologna. Gli eventi si concentrano sul tragico addio di Saman alla sua famiglia, avvenuto la notte del 30 aprile 2021, e sulle questioni legali che sono emerse negli anni successivi. L’attenzione è rivolta non solo alle prove presentate dalla procura, ma anche alle nuove richieste formulate dalla difesa, in un contesto di intensa emozione e rilievo mediatico.

L’ultima uscita di Saman e il ruolo dello zaino

Quando Saman Abbas lasciò la sua casa di Novellara, indossava uno zainetto che divenne il fulcro delle indagini sull’omicidio. Sei minuti dopo la sua partenza, il padre Shabbar rientrò a casa con un oggetto che secondo la sentenza di condanna rappresentativa di un collegamento diretto con la scomparsa della giovane. Questo zaino ha assunto il significato di prova cruciale nel processo, ma la difesa si oppone a questa interpretazione. I legali di Shabbar, guidati dall’avvocato Sheila Foti, hanno richiesto una perizia tecnica per stabilire la compatibilità tra il reperto presentato e l’oggetto in possesso del padre. Si richiedono quindi nuove valutazioni che possano appurare se lo zaino apparteneva effettivamente a Saman.

La presenza della famiglia in aula e le testimonianze richieste

La corte di assise di appello vedrà la presenza non solo di Shabbar Abbas, ma anche di altri membri della famiglia coinvolti nel caso. Nazia Shaheen, madre della vittima, apparirà in aula per la prima volta dopo la sua estradizione in Italia. Anche lei è stata condannata all’ergastolo, elementi che mostrano come la famiglia Abbas sia interamente coinvolta in questa drammatica situazione. Saranno presenti anche il cugino Danish Hasnain, già condannato a 14 anni, e altri due cugini, Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq, i quali sono stati assolti in primo grado ma ora rischiano una revisione del verdetto. La Procura ha richiesto di audire diversi testimoni, tra cui il fratello di Saman e l’archeologo forense Dominic Salsarola, per chiarire le dinamiche che hanno preceduto la scomparsa della ragazza.

Nuove prove proposte dalla Procura e il contesto meteorologico

La Procura di Reggio Emilia ha presentato ulteriori richieste per acquisti e prove video, che seguono i movimenti dei sospettati nell’arco della giornata del 29 e 30 aprile 2021. L’obiettivo è confezionare un quadro dettagliato delle ultime ore di vita di Saman, evidenziando eventuali comportamenti sospetti da parte dei familiari. Un aspetto interessante è la richiesta di includere dati sulle condizioni meteorologiche del 29 aprile forniti da Arpae, al fine di verificare le giustificazioni fornite dai cugini di Saman riguardo all’uso di attrezzi la stessa giornata. La Procura sostiene che tali prove possano dimostrare l’intenzione di scavare una fossa, sostenendo così l’accusa di premeditazione.

Resta alta l’attenzione sulla questione giuridica legata alla scomparsa di Saman Abbas, che continua a sollevare interrogativi e a rendere il pubblico partecipe delle sue evoluzioni, in un ring che, seppure giuridico, ha ripercussioni emotive enormi sulla comunità.

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