Operazione anti-bracconaggio: sequestrate armi e animali protetti ad Acerra

Operazione anti-bracconaggio: sequestrate armi e animali protetti ad Acerra

Il Corpo di Polizia Metropolitana di Napoli ha arrestato tre bracconieri ad Acerra, sequestrando armi e animali protetti, evidenziando la necessità di misure più severe contro il bracconaggio.
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Operazione anti-bracconaggio: sequestrate armi e animali protetti ad Acerra - Gaeta.it

Il Corpo di Polizia Metropolitana di Napoli ha recentemente portato a termine un’importante operazione contro il bracconaggio ad Acerra, in collaborazione con i volontari della LIPU . Questa iniziativa ha portato al sequestro di armi e munizioni, oltre all’identificazione di tre presunti bracconieri, i quali ora dovranno rispondere di vari reati legati alla caccia illegale.

Dettagli dell’operazione

Durante l’operazione condotta in zona, le forze dell’ordine hanno sequestrato un totale di tre fucili e 984 cartucce. Questo materiale bellico è stato trovato insieme a un richiamo acustico vietato, utilizzato spesso dai cacciatori per attrarre specie protette. È stato accusato di bracconaggio anche il rinvenimento di due tordi morti, un’allodola morta e uno storno ferito. Questi animali, appartenenti a specie protette, evidenziano l’urgenza di un’azione deterrente contro il bracconaggio, che continua a rappresentare una minaccia per la biodiversità.

Incidenti di questo tipo sono purtroppo frequenti in diverse zone d’Italia, dove il bracconaggio è un fenomeno che va avanti nonostante le leggi a protezione della fauna. Gli agenti di polizia hanno sottolineato l’importanza di permettere a queste operazioni di proseguire, per evitare che simili atti rimangano impuniti e per preservare la fauna locale.

Caccia a specie protette: le denunce

I tre individui coinvolti nell’operazione sono stati denunciati per vari reati legati alla caccia di specie protette, sfruttando pratiche vietate e crudele per il benessere degli animali. La legge italiana, infatti, prevede pene severe per chiunque commetta atti di bracconaggio, ma le autorità e le associazioni che si occupano di protezione della fauna chiedono misure ancora più rigorose per contrastare questo fenomeno.

L’uso di richiami elettroacustici è una delle pratiche più contestate, in quanto permette di ingannare gli animali e di ucciderli facilmente, danneggiando così il delicato equilibrio degli ecosistemi locali. Questo tipo di attività non minaccia solo i singoli esemplari, ma ha un impatto significativo anche sulle popolazioni di specie già in pericolo.

Reazioni delle autorità e delle associazioni ambientaliste

La notizia dell’operazione ha suscitato reazioni positive tra i rappresentanti politici e le associazioni ambientaliste. Il deputato di Alleanza Verdi-Sinistra, Francesco Emilio Borrelli, insieme al responsabile territoriale dei Verdi, Rosario Visone, ha espresso la propria soddisfazione. “Le attività di monitoraggio, controllo e prevenzione delle autorità e delle associazioni come la LIPU sono fondamentali per salvaguardare la fauna“, hanno sottolineato in una dichiarazione.

Tuttavia, non mancano le critiche e le richieste di un intervento più incisivo da parte delle istituzioni. “Occorrono misure più stringenti per i bracconieri“, hanno aggiunto i rappresentanti, sottolineando che le azioni attuali possono non essere sufficienti per fermare il fenomeno se non accompagnate da una legislazione più severa. L’attenzione del governo su questo tema è fondamentale, poiché senza un impegno coordinato tra le forze dell’ordine e le politiche ambientali, gli sforzi per proteggere la natura potrebbero risultare inefficaci.

L’operazione ad Acerra si inserisce in un contesto più ampio di lotta contro l’illegalità a danno della fauna selvatica, ma è evidente che c’è ancora molto da fare per tutelare l’ambiente e gli animali esposti a violenze e sfruttamenti.

Ultimo aggiornamento il 12 Dicembre 2024 da Donatella Ercolano

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