Operazione antidroga a Napoli: richieste di condanna per i capi del clan Amato-Pagano

Operazione antidroga a Napoli: richieste di condanna per i capi del clan Amato-Pagano

Operazione dei Carabinieri svela un vasto traffico di hashish e cocaina a Napoli, con richieste di condanna per oltre due secoli ai vertici del clan Amato-Pagano. Processo in corso.
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Operazione antidroga a Napoli: richieste di condanna per i capi del clan Amato-Pagano - Gaeta.it

Fiumi di hashish e cocaina provenienti dalla Spagna sono stati al centro di un’operazione che ha svelato il traffico di stupefacenti che affligge la periferia nord di Napoli. Dopo un’importante operazione dei Carabinieri avvenuta a novembre, il processo di primo grado ha preso avvio, portando alla ribalta i presunti vertici del clan Amato-Pagano, noto anche come gli Scissionisti. Il Pubblico Ministero della Direzione Distrettuale Antimafia , Luigi Visone, ha avanzato richieste di condanna per un totale di oltre due secoli di reclusione.

Dettagli sulle richieste di condanna

Nel corso del processo, che ha visto un’ampia attenzione mediatica, il PM ha chiesto pene significative per i principali accusati, alcuni dei quali rischiano condanne che superano i 18 anni. Tra i nomi più noti figurano Enrico Bocchetti, Emanuele Cicalese, Francesco Fiengo, Salvatore Mari e Domenico Guerra, con una richiesta di 18 anni, a cui si possono aggiungere ulteriori 4 mesi in alcuni casi. Anche Massimo D’Onofrio, Antonio Marrone, Raffaele Marrone e Salvatore Sansone si trovano a fronteggiare richieste di condanna per 16 anni. Luigi Ascione, Raffaele Maisto, Vincenzo Mangiapili, Carlo Troncone e Arturo Vastarelli sono accusati di delitti per i quali si richiedono 14 anni di carcere.

Le pene per gli altri imputati oscillano tra i 6 e i 12 anni. Alcuni membri considerati gregari del clan rischiano di ricevere pene più leggere, tra i 6 e gli 8 anni. La situazione rimane particolarmente tesa, in quanto le decisioni del tribunale avranno un impatto sulla lotta contro il narcotraffico e la criminalità organizzata in questa parte della città.

Le indagini e il processo

Il processo sta avvenendo con rito abbreviato e, dopo una pausa, riprenderà a inizio estate, quando saranno presentate le arringhe difensive. L’inchiesta dei Carabinieri ha portato all’arresto di ben 33 persone, che si trovano a dover rispondere di vari reati, dall’associazione a delinquere al traffico di sostanze stupefacenti, fino al favoreggiamento della criminalità organizzata. Il clan è attivo in aree come Scampia, Melito e Mugnano, con una base logistica situata a Gricignano d’Aversa.

Il traffico internazionale di stupefacenti

L’operazione ha rivelato l’esistenza di due distinte organizzazioni coinvolte nel narcotraffico, le quali, sebbene non siano direttamente collegate, utilizzano lo stesso canale di approvvigionamento proveniente dalla Spagna. Questo particolare aspetto della vicenda coinvolge il gruppo di Simone Bartiromo, il quale avrebbe avuto un ruolo chiave nella gestione del traffico.

I dettagli emersi dall’indagine sono allarmanti. È stato scoperto un sistema centralizzato di assistenza legale per gli arrestati e un sofisticato incremento di operazioni di riciclaggio, soprattutto attraverso collaborazioni con complici cinesi, i quali trattenevano una commissione del 2,4% sulle somme movimentate. Questo scenario complesso ha messo in luce la struttura ramificata e ben organizzata del traffico di sostanze stupefacenti, evidenziando quanto sia profonda l’infiltrazione della criminalità organizzata nel tessuto sociale ed economico delle aree coinvolte.

Con le richieste formulate dal PM, ora l’attenzione si volge verso la Corte. Le prossime udienze saranno decisive per il futuro di un gran numero di imputati. A giugno, il giudice avrà il compito di stabilire se le richieste di condanna si trasformeranno in sentenze esecutive. La lotta contro la criminalità organizzata, in particolare nel settore della droga, continua a essere un tema cruciale per Napoli e per l’intero Paese.

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