Operazione antimafia: 10 arresti per traffico di droga e armi tra Brindisi, Lecce e Padova

Operazione antimafia: 10 arresti per traffico di droga e armi tra Brindisi, Lecce e Padova

Dieci arresti per traffico di droga e armi in Puglia e oltre, con legami alla Sacra Corona Unita; operazione coordinata tra più province e carceri per smantellare la rete criminale.
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I carabinieri di Brindisi hanno arrestato dieci persone coinvolte in un’organizzazione di traffico di droga e uso di armi, legata alla Sacra Corona Unita, in un’operazione che ha coinvolto diverse province e carceri italiane. - Gaeta.it

Lunedì mattina i carabinieri hanno messo in esecuzione un’ordinanza di custodia cautelare disposta dal gip di Brindisi su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Lecce. Dieci persone sono finite sotto indagine per il loro coinvolgimento in un’organizzazione dedita al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, con il sospetto di aver favorito la Sacra corona unita attiva a Tuturano, frazione di Brindisi. Le accuse coinvolgono anche violazioni relative al possesso e uso di armi.

azione coordinata tra più province e carceri italiane

L’operazione ha coinvolto una vasta attività investigativa ed esecutiva che si è estesa oltre la Puglia. Le province interessate sono Brindisi, Lecce e Padova, dove sono stati effettuati arresti e perquisizioni. L’azione ha interessato anche diverse strutture carcerarie, tra cui quelle di Sassari, Oristano, Bari, Lecce e Agrigento. Questa circostanza dimostra come il gruppo avesse legami e modalità operative che superavano i confini regionali, rendendo la rete criminale ramificata e con capacità di muoversi tra diverse aree del paese.

Gli investigatori hanno raccolto elementi che confermano la presenza e l’attività della Sacra corona unita, in particolare a Tuturano, piccolo centro della provincia di Brindisi che negli ultimi anni ha visto crescere fenomeni legati alla criminalità organizzata. La gestione del traffico di stupefacenti avrebbe costituito uno dei pilastri del gruppo, con dinamiche di confronto e controllo del territorio che hanno attirato l’attenzione degli inquirenti.

accuse rivolte ai dieci indagati: droga, armi e legami con la mafia locale

Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di partecipazione a un’associazione che aveva come scopo principale il traffico e la vendita di droga nel territorio pugliese e oltre. La loro attività avrebbe avuto un impatto significativo sul mercato degli stupefacenti, con forniture e distribuzioni organizzate in modo sistematico. A complicare il quadro ci sono i sospetti relativi alla detenzione e all’uso illecito di armi, che avrebbero rappresentato un mezzo per mantenere il controllo e garantire la sicurezza del gruppo criminale.

Un elemento particolare delle indagini è l’aggravante legata al favoreggiamento alla Sacra corona unita, una delle organizzazioni mafiose più radicate nella regione. Il gruppo avrebbe lavorato in stretta collaborazione con esponenti di questa mafia, fornendo supporto e coperture per mantenere il dominio su determinate aree. Questo collegamento ha reso l’intervento delle forze dell’ordine più urgente, per interrompere una rete che univa traffici illeciti e potere mafioso.

conferenza stampa e dettagli dell’operazione

Alle 10.30 di lunedì mattina nella sede del comando provinciale dei carabinieri di Brindisi è stata convocata una conferenza stampa. Durante l’incontro i vertici dell’Arma hanno illustrato le fasi dell’indagine e hanno spiegato come sono state raccolte le prove che hanno portato agli arresti. Sono stati approfonditi gli aspetti tecnici dell’operazione, le modalità di azione degli indagati e i legami emersi con la Sacra corona unita.

La conferenza ha offerto l’occasione anche per rispondere alle domande dei giornalisti sulla situazione della criminalità organizzata nella provincia di Brindisi e sulle azioni future per mantenere alta la pressione su questi gruppi. L’intervento delle forze dell’ordine è stato presentato come un passaggio fondamentale per frenare i traffici di droga e per contenere l’influenza mafiosa nel territorio.

Qualche dettaglio in più è stato dato sulle perquisizioni condotte non solo nelle abitazioni degli indagati ma anche all’interno delle carceri di quattro differenti regioni, a dimostrazione che parte dell’organizzazione continuava con operazioni anche dietro le sbarre. Si ipotizza che certi contatti e il controllo su alcune attività fossero gestiti direttamente anche da detenuti, circostanza che alza il livello di complessità dell’operazione.

Le autorità hanno confermato che le indagini proseguono con l’obiettivo di scoprire altre persone coinvolte e di identificare i canali di rifornimento e distribuzione della droga. Questi arresti rappresentano un colpo serio alle reti criminali nella zona, ma il lavoro di contrasto continua nelle province interessate.

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