L’operazione Blizzard-Folgore ha portato alla luce un importante intervento delle forze dell’ordine contro l’attività della ‘ndrangheta, mirato a distruggere la rete di un locale radicato nel territorio di Isola Capo Rizzuto. Questo locale, da sempre attivo nella criminalità organizzata, ha testimoniato una resilienza notevole anche di fronte alle guerre interne, mantenendo la propria struttura operativa attraverso alleanze consolidate nel tempo.
La storia del locale di Isola Capo Rizzuto
Questo locale della ‘ndrangheta, identificato con la cosca Arena, ha alle spalle una storia segnata da tensioni e violenze. Come ha comunicato il procuratore della Repubblica di Catanzaro, Salvatore Curcio, il locale è sopravvissuto a due conflitti significativi all’interno della criminalità organizzata, risalenti ai primi anni 2000. Nonostante le repressioni e i provvedimenti legali, la cosca ha saputo ritagliarsi un ruolo di primato grazie a una tregua che ha potuto stabilizzarsi nel tempo.
L’ordinanza del giudice per le indagini preliminari, Arianna Roccia, ha evidenziato come la cosca Arena sia frutto di alleanze strategiche tra diverse famiglie mafiose, come i Pullano, Gentile, Lentini e Tipaldi, le quali si sono unite attraverso matrimoni e altri legami, anche con famiglie provenienti da altre aree, come Nicoscia e Manfredi.
Tale coesione ha permesso al locale di adattarsi e mantenere il controllo territoriale, nonostante le ingerenze delle forze di polizia e gli interventi della magistratura. L’indagine ha dimostrato come la ‘ndrangheta sia un fenomeno che si essenzializza attraverso l’interazione e la collaborazione tra famiglie, permettendo un’operatività costante nel tempo.
Il radicamento economico della ‘ndrangheta
Un aspetto cruciale emerso dall’operazione Blizzard-Folgore è la capacità della cosca di infiltrarsi nell’economia legittima, come spiegato dal procuratore aggiunto di Catanzaro, Vincenzo Capomolla. Le indagini, condotte anche con la collaborazione della Procura di Trento, hanno dimostrato come il locale di Isola Capo Rizzuto sia in grado di estendere la propria influenza economica non solo a livello locale ma anche in altre regioni italiane, inclusi Trentino, Veneto e Lombardia.
Questo spostamento verso altre aree suggerisce un’evoluzione significativa della ‘ndrangheta, capace di diversificare le proprie entrate e di utilizzare metodi sempre più sofisticati per il riciclaggio di denaro. Non è un caso che il procuratore di Trento, Sandro Raimondi, abbia fatto notare come la ‘ndrangheta sia diventata un fenomeno nazionale, con impatti diretti sulle finanze statali.
Ritualità e pratiche dell’organizzazione criminale
Le intercettazioni effettuate durante le indagini hanno rivelato un quadro inquietante riguardo a rituali di affiliazione e alla stretta osservanza delle regole da parte degli affiliati. Il colonnello del Ros, Massimiliano D’Angelantonio, ha riferito come gli indagati facessero riferimento a pratiche rituali che risalirebbero a decenni fa, sottolineando la continuità di una cultura mafiosa ben radicata.
Anche se imprenditorialmente attivi, i membri della consorteria sono emersi in possesso di armi risalenti alla Seconda Guerra Mondiale e di documenti manoscritti con formule rituali, evidenziando un legame con le tradizioni mafiose del passato. Ciò suggerisce che, nonostante i tentativi di modernizzazione, molti aspetti della ‘ndrangheta rimangono ancorati a pratiche storiche che ne consolidano l’identità .
Il ruolo delle forze dell’ordine e la situazione attuale
L’operazione Blizzard-Folgore ha messo in evidenza l’importanza di una strategia integrata tra le forze dell’ordine per combattere la criminalità organizzata. Il comandante provinciale dei carabinieri di Crotone, Raffaele Giovinazzo, ha dichiarato l’urgenza di identificare e distruggere i canali attraverso i quali la ‘ndrangheta svolge le proprie attività economiche, molti dei quali si annidano in territori considerati ricchi e quindi più difficili da controllare.
Nonostante i successi ottenuti, gli investigatori avvertono che la situazione non è da sottovalutare. La provincia di Crotone resta operativa e armata, con poligoni di tiro improvvisati scoperti vicino al mare e un armamento che include anche armi da guerra. La ‘ndrangheta continua a dimostrare la propria capacità di rigenerarsi e di mantenere un apparato criminale resiliente e ben organizzato, rappresentando pertanto una sfida costante per le autorità .