Operazione Chicken Game: scoperto sfruttamento di lavoratori in nero nel settore avicolo

Operazione Chicken Game: scoperto sfruttamento di lavoratori in nero nel settore avicolo

Operazione “Chicken Game” della Guardia di Finanza ad Asti smaschera sfruttamento di lavoratori stranieri nel settore avicolo, rivelando irregolarità fiscali e condizioni di lavoro precarie.
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Operazione Chicken Game: scoperto sfruttamento di lavoratori in nero nel settore avicolo - Gaeta.it

Nella provincia di Asti, un’operazione della guardia di finanza ha rivelato un grave caso di sfruttamento lavorativo che coinvolge lavoratori stranieri nel settore avicolo. I militari, coordinati dalla procura locale, hanno messo fine a un sistema oscuro di reclutamento e impiego non conforme alle leggi sul lavoro e sulla sicurezza. L’inchiesta, battezzata “Chicken Game“, ha portato alla luce pratiche gravemente dannose, che mettono in evidenza la vulnerabilità di alcuni gruppi sociali in situazioni di fragilità economica.

Scoperta delle irregolarità lavorative

L’indagine ha evidenziato un imprenditore straniero che gestiva un’azienda avicola usufruendo di manodopera non regolare, retribuita in nero e costretta a lavorare in condizioni di igiene precarie. Stando alle indagini, il titolare dell’azienda si avvaleva di lavoratori reclutati tra i rifugiati in un centro di accoglienza situato a Castello d’Annone. Per sfuggire ai controlli, l’uomo prelevava i lavoratori dal centro di accoglienza durante la notte, costringendoli a lavorare in turni notturni. Questa situazione ha scatenato preoccupazioni non solo per la legalità dell’assunzione, ma anche per la sicurezza e la salute dei lavoratori coinvolti, esposti a condizioni ambientali non conformi agli standard minimi richiesti dalla legge.

Le accuse contro l’imprenditore non si limitano allo sfruttamento dei dipendenti, ma includono anche lesioni personali e minacce, segno di un clima di intimidazione che ha caratterizzato l’operato aziendale. Questo tipo di approccio al lavoro pone a rischio non soltanto i diritti fondamentali dei lavoratori, ma mette in discussione l’integrità del settore avicolo, un’industria già fortemente monitorata per la sicurezza alimentare e il benessere animale.

Risultati delle indagini fiscali

Parallelamente all’indagine sullo sfruttamento, è stata condotta una verifica di natura tributaria sull’azienda in questione. Questo controllo ha rivelato il tentativo di evadere le imposte dirette per un ammontare complessivo di 160mila euro. La guardia di finanza di Asti ha così provveduto a informare l’agenzia delle entrate locale per un accertamento formale. Ulteriori irregolarità sono state constatate per quanto concerne i contributi previdenziali, registrando sanzioni pecuniarie per un totale di 18mila euro, relative all’impiego di personale non dichiarato.

L’operazione “Chicken Game” non è un caso isolato, ma si inserisce in una serie di controlli avviati dall’estate, mirati a contrastare il lavoro irregolare nella provincia. Le Fiamme Gialle hanno esaminato 32 aziende in vari settori, tra cui cantieri, vigneti e strutture ricettive, e hanno esaminato la posizione di 210 lavoratori. Di questi, 140 sono risultati di fatto impiegati in modo irregolare o non dichiarato. Tali risultati segnalano un fenomeno preoccupante, evidente in un contesto economico già fragile.

Sanzioni e conseguenze per i datori di lavoro

L’operato delle autorità ha prodotto conseguenze significative per i datori di lavoro coinvolti nelle irregolarità. Nove datori di lavoro sono stati sanzionati e tra questi, tre sono stati segnalati all’autorità giudiziaria per l’impiego di lavoratori privi di permesso di soggiorno, mentre altri tre sono stati inviati all’Ispettorato del Lavoro. Queste ultime segnalazioni comportano l’applicazione di maxi sanzioni e la possibile sospensione delle attività commerciali.

La somma complessiva dei contributi previdenziali evasi accertati ammonta a oltre 1.700.000 euro, cifra significativa che indica la portata del fenomeno. L’operazione ha messo in luce non solo la necessità di rigidi controlli nel settore, ma anche di migliorare le condizioni di lavoro e garantire i diritti dei lavoratori, in un contesto che risulta spesso complesso e difficile da monitorare.

La situazione che emerge da questa inchiesta richiede un’attenzione particolare per evitare che situazioni simili possano ripetersi e per garantire un trattamento equo e dignitoso a tutte le persone che cercano opportunità di lavoro, in qualsiasi attività.

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