Operazione "China Black": sequestro di beni per oltre 81 milioni di euro in provincia di Macerata

Operazione “China Black”: sequestro di beni per oltre 81 milioni di euro in provincia di Macerata

La Guardia di Finanza di Macerata ha sequestrato beni per oltre 81 milioni di euro in un’operazione contro l’evasione fiscale, coinvolgendo una società accusata di pratiche illecite e frodi.
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La Guardia di Finanza di Macerata ha condotto un'operazione contro l'evasione fiscale, nota come "China Black", sequestrando beni per oltre 81 milioni di euro. L'indagine riguarda una società sospettata di evadere le tasse tramite un sistema di aperture e chiusure di aziende, causando danni economici stimati in 200 milioni di euro. Due imprenditori sono stati segnalati all'Autorità Giudiziaria per - Gaeta.it

La Guardia di Finanza di Macerata ha messo a segno un’importante operazione contro l’evasione fiscale, nota come “China Black”. Questa indagine ha portato al sequestro preventivo di beni per un valore che supera gli 81 milioni di euro, secondo le disposizioni del giudice delle indagini preliminari. I beni colpiti da questo provvedimento includono disponibilità finanziarie, immobili, automobili di lusso, gioielli, orologi pregiati, borse e vini costosi. Il cuore dell’indagine ruota attorno a una villa e ad altri quattro immobili, tra cui due automobili di marca Porsche, una Panamera e una Cayenne, nonché orologi di brand rinomati come Rolex e Cartier, insieme a champagne di alta gamma.

la dinamica della frode

L’indagine, sotto la direzione della Procura di Macerata, si concentra su una società operante nella provincia di Macerata, da tempo sospettata di condurre pratiche evasive attraverso ciò che viene comunemente definito “sistema apri e chiudi”. Questa prassi consiste nel creare aziende destinate a chiudere in breve tempo, per sfuggire agli obblighi fiscali. I danni economici stimati ammontano a circa 200 milioni di euro, corrispondenti ai ricavi non dichiarati ai fini delle imposte sui redditi. Sono stati individuati e segnalati due imprenditori all’Autorità Giudiziaria in relazione a comportamenti considerati illeciti secondo il Decreto Legislativo n. 74 del 2000.

il meccanismo di evasione fiscale

La Guardia di Finanza ha delineato il funzionamento del sistema fraudolento. Le operazioni partivano dall’apertura di una società intestata a un prestanome. Queste aziende effettuavano massicce importazioni di merce dalla Cina in Italia, sfruttando una serie di triangolazioni e transazioni intracomunitarie. Le società intermediarie venivano costituite in paesi come Bulgaria e Grecia per facilitare queste operazioni. Attraverso una specifica procedura doganale, gli importatori europei ottenevano l’esenzione dall’Iva nello Stato in cui la merce veniva sdoganata, di fatto procrastinando il pagamento dell’imposta al momento della vendita in Italia.

Purtroppo, la società oggetto di indagine non ha mai provveduto alla presentazione delle dichiarazioni fiscali, nonostante le rilevazioni di vendite di milioni di articoli importati. Questa gestione elusiva ha reso particolarmente difficile la tracciabilità delle operazioni e delle entrate.

le conseguenze legali

Le azioni intraprese dalla Guardia di Finanza evidenziano un nuovo approccio nelle battaglie contro le frodi fiscali. Le forze dell’ordine hanno così intensificato i controlli, operando in sinergia con il sistema giudiziario per garantire la legalità e la giustizia fiscale. La Procura di Macerata continuerà a seguire da vicino l’evoluzione di questa vicenda, con già due imprenditori sotto la lente d’ingrandimento e il rischio di ulteriori sviluppi nelle indagini.

Questo tipo di operazioni non solo contribuisce a refutare comportamenti illeciti, ma ha anche l’obiettivo di disincentivare pratiche simili nel futuro, preservando così l’integrità del mercato e il rispetto delle norme fiscali in Italia.

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