L’ultima indagine della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli ha portato a un’operazione di grande rilevanza, culminata con l’arresto di sessanta persone legate a due noti clan operanti a Ponticelli. I gruppi De Luca Bossa e De Martino, già storicamente in conflitto, hanno stipulato un accordo di non belligeranza per gestire interventi illeciti come traffico di droga e racket degli alloggi, ma la violenza e le faide all’interno delle loro fila continuano a caratterizzare il territorio. Gli arresti rappresentano un importante passo avanti nella lotta alla criminalità organizzata in un’area storicamente segnata dalla presenza della camorra.
La strategia di alleanza tra i clan
L’indagine condotta tra il 2021 e il 2022 ha rivelato un quadro complesso riguardante le dinamiche criminali a Ponticelli. La collaborazione tra i clan De Micco e De Martino era diventata monopolistica, consentendo loro di gestire il racket degli alloggi popolari in modo sistematico. L’autorità giudiziaria ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di sessanta indagati, accusati di vari crimini tra cui associazione di stampo mafioso, estorsione, traffico di stupefacenti e possesso di armi. La DDA ha evidenziato come questa alleanza sia stata all’origine di un periodo di relativa tranquillità , sebbene non sia mai riuscita a garantire un completo controllo territoriale, dimostrato dalla continua escalation di omicidi legati a dispute interne.
Gli effetti delle faide tra clan
Nonostante il patto di non belligeranza, il panorama criminoso di Ponticelli ha continuato a essere contaminato da atti di violenza. Accertamenti su omicidi, attentati e scontri armati hanno evidenziato che le rivalità , anziché placarsi, si sono intensificate, specialmente dopo la scarcerazione di alcuni esponenti di spicco. Uno degli episodi che ha segnato un cambiamento nel corso degli eventi è stato il tentato omicidio di Luigi Aulisio, già affiliato al clan Casella. Questa nuova fase di conflitto ha spinto i clan coinvolti a organizzarsi in modo difensivo, generando una spirale di violenza che ha avuto ripercussioni a livello sociale.
Il narcotraffico e il racket degli alloggi
Le indagini hanno dimostrato che l’organizzazione criminale era in grado di controllare l’intero ciclo di vita del narcotraffico, dal rifornimento di sostanze stupefacenti fino alla vendita al dettaglio. Il sequestro di circa 200 kg di droga di diversa tipologia, oltre a un laboratorio per la produzione di crack, testimoniano l’operatività e l’efficienza del clan. Anche il racket degli alloggi nell’area di Ponticelli è stato un importante elemento di reddito per i gruppi criminali, che imponevano tangenti agli inquilini e gestivano gli affitti, costringendo le persone a pagamenti illeciti per mantenere le loro case.
L’arsenale scoperto e la disponibilità di armi
Durante le operazioni condotte dalla polizia, è stato rinvenuto un arsenale impressionante, che comprendeva armi da fuoco di grosso calibro e ordigni esplosivi. Nella zona del “grattacielo di Ponticelli” è stato scoperto un locale adibito alla manutenzione e conservazione delle armi. I sequestri hanno messo in luce anche un’elevata disponibilità di materiale bellico, segno di una preparazione militare da parte dei clan per affrontare eventuali aggressioni. Questi ritrovamenti, insieme alla gestione monopolistica del racket e del narcotraffico, dimostrano il profondo radicamento della camorra nel tessuto sociale di Napoli.
Le conseguenze delle indagini e le prospettive future
Il blitz della Polizia di Stato ha avuto un impatto significativo sul funzionamento dell’organizzazione criminale e porta con sé la speranza di una drastica riduzione della violenza a Ponticelli. Tuttavia, la storia della camorra insegna che la lotta alla criminalità è un percorso lungo e complesso. La collaborazione tra i vari corpi delle forze dell’ordine e l’impegno della magistratura saranno cruciali per evitare il radicamento di nuove alleanze tra clan. La comunità locale continua a vivere con la paura e la presenza costante della violenza, rendendo la situazione delicata e necessitante di azioni concrete per il ripristino della legalità .
Ultimo aggiornamento il 3 Ottobre 2024 da Elisabetta Cina