Nella mattinata di oggi, un’operazione congiunta tra i Carabinieri del Gruppo per la Tutela Ambientale e la Sicurezza Energetica di Napoli e il Comando Provinciale Carabinieri di Pescara ha portato a quattro arresti in seguito a un decreto di perquisizione e sequestro preventivo. L’intervento è stato disposto dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale dell’Aquila, su richiesta della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia – dell’Aquila. I protagonisti di questa vicenda sono gestori di una società di gestione rifiuti, la M & L Ambiente e Servizi S.r.l., accusati di diverse violazioni normative.
L’inchiesta e le accuse
Le indagini, condotte dai Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Pescara, hanno rivelato un vero e proprio traffico illecito di rifiuti. I quattro indagati, attraverso la loro azienda con sede a Rosciano , sono accusati di aver gestito in modo non autorizzato e illegale il trasporto di rifiuti verso la Slovacchia. La quantità di rifiuti coinvolti è impressionante: si parla di circa 5.000 tonnellate comprendenti plastica, pneumatici, prodotti tessili e rifiuti urbani non differenziati. Questi materiali sono stati rinvenuti abbandonati all’interno di capannoni in aree rurali, aggravando la situazione ambientale.
Le formalizzazioni delle accusa includono violazioni specifiche come la gestione di rifiuti non autorizzata e il traffico illecito di rifiuti, così come previsto dagli articoli 256 e 259 del D.lgs. 152/2006, noto come Testo Unico Ambientale. Le leggi italiane in materia di rifiuti sono severe e volte a prevenire l’inquinamento e la salute pubblica, ed è in questo contesto che l’operazione dei Carabinieri si colloca.
Condizioni di stoccaggio improprie
Durante le indagini, i Carabinieri hanno constatato condizioni di stoccaggio preoccupanti per i rifiuti in attesa di essere spediti. Questi materiali erano ammassati all’aperto, raccolti in big bags e cassoni scarrabili, senza alcuna copertura adeguata. Ciò ha reso i rifiuti suscettibili agli agenti atmosferici, causando la formazione di percolamenti non controllati che minacciavano di contaminare il suolo circostante.
Ulteriori accertamenti hanno confermato la realizzazione di una discarica abusiva su una superficie di circa 3.100 metri quadrati, con rifiuti stoccati in modo non conforme alle normative vigenti. L’assenza di misure di sicurezza ha esposto gravemente l’area a rischi di inquinamento, rendendo necessaria l’azione tempestiva delle forze dell’ordine per prevenire danni ambientali ulteriori.
Violazioni edilizie e misure cautelari
Oltre alle problematiche legate alla gestione dei rifiuti, l’operazione ha messo in luce anche violazioni in campo edilizio. I responsabili sono stati accusati di aver realizzato opere senza il titolo abilitativo: tra queste, un capannone industriale di circa 835 mq e un piazzale in calcestruzzo armato destinato allo stoccaggio dei rifiuti, oltre a un impianto di depurazione interrato.
In seguito all’emissione del provvedimento cautelare reale, le forze dell’ordine hanno proceduto con la chiusura dello stabilimento industriale e il fermo totale degli impianti. L’operazione sottolinea l’importanza della vigilanza nella gestione dei rifiuti e le conseguenze severe per chi non rispetta le normative ambientali. Con il sostegno della Direzione Distrettuale Antimafia, le autorità sperano di frenare il fenomeno del traffico illecito di rifiuti e proteggere l’ambiente da pratiche dannose.
Ultimo aggiornamento il 14 Gennaio 2025 da Elisabetta Cina