Operazione DDA smaschera un clan camorristico: nomi, ruoli e alleanze nella criminalità organizzata

Operazione DDA smaschera un clan camorristico: nomi, ruoli e alleanze nella criminalità organizzata

Indagini della Direzione Distrettuale Antimafia svelano una rete camorristica attiva nei comuni di Frattamaggiore e Crispano, guidata da Orefice Michele e Fortunato Andrea, coinvolta in estorsioni e traffico di droga.
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Operazione DDA smaschera un clan camorristico: nomi, ruoli e alleanze nella criminalità organizzata - Gaeta.it

Le recenti indagini condotte dalla Direzione Distrettuale Antimafia hanno rivelato una rete criminale attiva nei comuni di Frattamaggiore, Crispano, Frattaminore e aree limitrofe. Sotto la guida di figure chiave, l’organizzazione ha orchestrato attività illecite, dall’estorsione al traffico di droga, creando legami significativi con altri gruppi della camorra.

Il comando dell’organizzazione criminale

Al centro di questa organizzazione si trovano due personaggi di rilievo: Orefice Michele e Fortunato Andrea. Orefice, attivo a Frattamaggiore, è stato identificato come l’operativo responsabile delle operazioni sul territorio. Fortunato Andrea è riconosciuto come il capo del clan Pezzella a Crispano e gioca un ruolo vitale nella gestione delle sinergie tra diverse bande camorristiche.

Orefice è affiancato da una serie di luogotenenti, tra cui Mennillo Salvatore, Crispino Domenico e Polizzi Corrado. Questa cerchia dirigente è incaricata di impartire ordini e di implementare strategie per il controllo del territorio. Si evidenzia come l’estorsione nei confronti di commercianti e imprenditori, nonché il monopolio sul traffico di stupefacenti, siano tra le attività predominanti.

Nel contesto della gestione finanziaria del clan, Mennillo Salvatore ha un ruolo cruciale. Come vice-reggente, si occupa della gestione economica, dal pagamento degli stipendi agli affiliati alla cura dei detenuti, garantendo così una continuità nelle operazioni e nel potere del clan.

Reti di alleanze camorriste

Un elemento chiave nella forza di questa organizzazione è la sua capacità di creare alleanze strategiche con altri clan operanti nella regione. Tra i gruppi con cui Orefice e Fortunato hanno collaborato si annoverano gli Arzanesi, scissionisti del clan Amato-Pagano; i Caivanesi, legati al clan Ciccarelli; gli Afragolesi in connessione con il clan Moccia; e infine, i Napoletani del clan Mazzarella. Queste alleanze hanno facilitato una gestione più robusta delle operazioni illecite, permettendo una cooperazione efficace per il traffico di droga e le estorsioni.

La sinergia tra clan rivali ha anche reso possibile l’espansione dell’influenza dell’organizzazione nel territorio. In particolare, tali alleanze hanno permesso una distribuzione più capillare delle attività illecite, aumentando le opportunità di guadagno e di controllo su aree strategiche.

Metodi di intimidazione e violenze

Per mantenere il dominio sulla zona di Frattaminore, l’organizzazione ha fatto ricorso a metodi intimidatori. È stato documentato che gli esponenti del clan minacciavano spacciatori indipendenti, cercando di far rispettare un monopolio delle vendite di sostanze stupefacenti. Cristiano Pasquale, noto per il suo coinvolgimento nel traffico di droga, avrebbe agito in regime di monopolio, creando un clima di paura tra coloro che cercavano di operare autonomamente.

Il clan ha anche impiegato forme di violenza per riaffermare la propria posizione. Le intimidazioni si concretizzavano spesso in richieste di “quote” ai rivenditori di droga. La strategia adottata ha portato a scontri con clan rivali e a punizioni esemplari per chi osava opporsi al loro controllo.

Supporto logistico e gestione delle operazioni

Un altro aspetto distintivo di questa organizzazione camorristica è l’elevato grado di supporto logistico fornito ai propri membri. Il clan ha garantito, ad esempio, alloggi per latitanti e un sostegno economico per i membri detenuti. Queste pratiche hanno contribuito a mantenere l’unità e la coesione del gruppo in un contesto di forte pressione legale.

Oltre a ciò, l’organizzazione ha mantenuto operazioni commerciali per favorire attività illecite. Esempio lampante è il noleggio di auto, utile per facilitare trasporti legati al traffico di stupefacenti senza destare sospetti. Tali operazioni dimostrano come il clan fosse strutturato non solo a livello di comando, ma anche in termini di supporto infrastrutturale.

Le implicazioni dell’associazione armata

L’arresto di diversi membri dell’organizzazione ha rivelato una preoccupante dotazione di armi, utilizzate per difendere il proprio territorio e affrontare le minacce provenienti da clan rivali, come quello di Cristiano-Mormile. La presenza di un arsenale ha rappresentato un aggravante nella configurazione del reato di associazione mafiosa, evidenziando la violenza centrale in questo contesto.

Nonostante l’apparente controllo del territorio, le autorità continuano a vigilare sull’operato dell’organizzazione, mirando a smantellarne la struttura. Le indagini ongoing dipingono un quadro complesso che richiede l’impegno congiunto di più forze dell’ordine.

Profilo degli indagati

Tra le persone coinvolte emergono nomi noti nella cronaca criminale. Ecco un elenco dei principali indagati:

  1. Orefice Michele
  2. Mennillo Salvatore
  3. Crispino Domenico
  4. Russo Pietro
  5. Amendola Luigi
  6. Di Giorgio Luigi
  7. Nocera Marcello
  8. Polizzi Corrado
  9. Cristiano Pasquale
  10. Fortunato Andrea
  11. Esposito Antonio
  12. Franzese Bruno
  13. Cipolletti Giovanni
  14. Lucaioli Nicola
  15. Di Silvestro Francesco
  16. Cristiano Dino
  17. Arno Alessandra
  18. Castaldi Luisa
  19. Setola Vincenzo
  20. Del Prete Gustavo

Questi nomi rappresentano non solo l’apice di un’organizzazione clandestina, ma anche l’attività incessante delle autorità nel cercare di contrastare questo fenomeno. Le indagini proseguono, con l’obiettivo di reprimere il crimine e restituire tranquillità alle comunità locali.

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