Un’inchiesta della Procura di Busto Arsizio ha portato alla luce un’operazione di frode fiscale che ha coinvolto un’azienda di Castellanza, specializzata nel noleggio di impalcature per lavori edili. La Guardia di Finanza ha scoperto un giro d’affari illecito, caratterizzato da false fatturazioni e crediti fiscali inventati, generando un’onda d’urto che coinvolge circa venti indagati tra cui imprenditori e professionisti. Le indagini si sono concentrate su un periodo tra il 2019 e il 2023, rivelando un’operazione ben orchestrata basata su pratiche fraudolente.
Fatture false e crediti fiscali: il meccanismo della frode
La carta della documentazione
Il cuore della frode si è sviluppato attraverso una strategia che ha visto la creazione di fatture per forniture che, di fatto, non sono mai avvenute. Le aziende coinvolte facevano apparire forniture di ponteggi solo sulla carta, al fine di vantare crediti fiscali nei confronti dello Stato. Questo sistema di false fatturazioni è emerso grazie all’analisi della fatturazione elettronica, che è risultata cruciale per le indagini condotte dalla Guardia di Finanza. Tramite controlli fiscali, è stato appurato che le società -clienti della ditta di Castellanza non avevano alcuna capacità imprenditoriale e risultavano evasori totali, senza strutture aziendali attive e con attività inconsistente rispetto alle lavorazioni dichiarate.
Le aziende cartiera
Le indagini hanno svelato come queste aziende siano state costituite come vere e proprie “società cartiera“, progettate specificamente per generare false fatturazioni. Gli investigatori della Guardia di Finanza, guidati dal generale Crescenzo Sciarada, hanno confermato che nessuna delle aziende coinvolte è riuscita a produrre documentazione idonea, anche relativa ai cantieri, per giustificare i servizi asseritamente forniti. La risultante rete di imprese prive di fondamento ha rivelato un ingranaggio di frode lungo e complesso, che ha messo in luce un sistema di confusione e disonestà .
Il sequestro dei beni e le indagini ulteriori
Le azioni legali
Dopo un’attenta ricostruzione dei flussi finanziari, la Procura di Busto Arsizio ha avviato il sequestro di beni intesi fittiziamente a terzi ma acquistati con proventi illeciti. Nel maggio scorso, il giudice per le indagini preliminari, Veronica Giacoia, ha firmato un’ordinanza di sequestro preventivo di conti bancari e postali del titolare dell’azienda di noleggio ponteggi, oltre a due veicoli Volkswagen Tiguan e un immobile di oltre 100 metri quadrati.
Un’indagine che tocca diverse nazionalitÃ
Oltre all’imprenditore a capo della ditta, le indagini hanno coinvolto 22 persone, la maggior parte delle quali cittadini di origine egiziana. Questo aspetto dell’inchiesta ha scosso non solo l’ambiente imprenditoriale locale, ma ha anche attirato l’attenzione su fenomeni di evasione fiscale strutturati che colpiscono il tessuto economico italiano. Spicca la preoccupazione per il dilagare di tali attività in un periodo in cui la lotta alla frode fiscale diventa sempre più necessaria per garantire la trasparenza del mercato.
L’inchiesta prosegue, promettendo di svelare ulteriori dettagli su un sistema di frodi che ha le radici in pratiche aziendali disoneste e che mina la fiducia nel settore edilizio.