Recentemente, le forze dell’ordine hanno intensificato i controlli e le operazioni contro il narcotraffico nella provincia di Catania. Un’operazione significativa ha portato all’arresto di sei persone, accusate di gestire una rete di narcotraffico con importazioni di droga provenienti dall’estero. I dettagli di questa indagine, denominata ‘Lost and Found’, rivelano un quadro allarmante riguardo ai quantitativi di cocaina che transitano nel porto catanese.
L’arresto e l’operazione di sequestro
Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Catania hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari Dora Catena. L’accompagnamento in carcere degli indagati giunge dopo settimane di indagini approfondite e verifiche mirate, sostenute da unità cinofile e della compagnia Pronto impiego. Contestualmente agli arresti, è stato disposto il sequestro di beni per un valore stimato di circa 7,7 milioni di euro. Questo intervento si inserisce all’interno di un contesto di crescente attenzione verso il traffico di sostanze stupefacenti e le modalità operative delle organizzazioni criminali attive nella regione.
La violenza e l’aggressività del disponibile quantitativo di droga ha portato a un clima di preoccupazione tra le forze dell’ordine, preoccupate per le conseguenze di tali attività sul territorio. Indagini preliminari hanno rivelato come gli indagati avessero un piano stabilito per la gestione del traffico aereo e marittimo della cocaina, con riferimenti a spedizioni avvenute attraverso container provenienti dal Sud America.
Un’indagine dettagliata sul narcotraffico
Al centro dell’operazione c’è una serie di sequestri condotti dalle autorità di Catania in diverse date chiave. Il primo sequestro significativo è avvenuto il 25 maggio 2022, nel porto di Catania, dove oltre 200 chilogrammi di cocaina sono stati rinvenuti opportunamente nascosti nell’intercapedine del tetto di un container. Questo primo intervento ha fornito nuovi spunti investigativi e ha dato il via a un’intensa attività di monitoraggio e controllo.
Il 7 febbraio 2023, un secondo sequestro ha coinvolto 60 chilogrammi di droga, questa volta scovata nel porto di Salerno, in un container contenente frutta esotica proveniente dal Sud America. La precisione con cui venivano nascosti gli stupefacenti testimonia l’expertise dei trafficanti, che sembravano aver creato un metodo efficace per eludere i controlli doganali.
Infine, il 1 dicembre 2023, un altro sequestro, questa volta di 45 chilogrammi, è stato operato a Catania; la cocaina era stata trasferita nella sede operativa di una società di servizi portuali, evidenziando ulteriormente l’infiltrazione del crimine organizzato nel tessuto commerciale della regione. In questo caso, le forze dell’ordine non solo hanno sequestrato la droga, ma hanno anche messo in luce le modalità operative delle organizzazioni narcotrafficanti che operano nel porto etneo.
La testimonianza di collaboratori di giustizia
Il filo conduttore per l’avvio delle indagini è giunto dalle dichiarazioni di due collaboratori di giustizia, ex membri di spicco di due clan mafiosi locali. Uno di loro apparteneva al clan Strano di Monte Po, mentre l’altro era legato alla cosca Cappello. Entrambi hanno rivelato come il porto di Catania fosse divenuto un punto nevralgico per le operazioni di narcotraffico, grazie all’uso di movimenti commerciali legittimi come copertura.
Secondo le testimonianze, esponenti del clan Pillera-Puntina sarebbero stati coinvolti nel traffico della droga, avendo un ruolo attivo nella gestione dei flussi e nel garantire la sicurezza per le spedizioni. Queste informazioni hanno permesso agli investigatori di approfondire le indagini e di delineare una rete di contatti e logistiche ben strutturata, operante su più fronti.
Grazie a un lavoro investigativo meticoloso e alla collaborazione di diversi reparti delle forze dell’ordine, l’operazione ‘Lost and Found’ ha messo a nudo solo una parte dell’ampia rete di narcotraffico che attraversa la Sicilia, rimanendo tuttavia un campanello d’allarme per il territorio e le sue istituzioni.