Operazione ‘mare nostro’: il sindaco di Scanzano Jonico tra gli indagati per affiliazione mafiosa

L’operazione ‘Mare Nostro’ ha portato a 21 fermi per legami con la mafia jonica, coinvolgendo anche il sindaco di Scanzano Jonico, Pasquale Cariello, accusato di turbativa e associazione mafiosa.
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Operazione 'mare nostro': il sindaco di Scanzano Jonico tra gli indagati per affiliazione mafiosa - Gaeta.it

L’operazione ‘Mare Nostro’, condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Potenza, ha portato all’emissione di 21 fermi a carico di individui ritenuti legati a una rete mafiosa operante lungo il litorale jonico lucano. Tra gli indagati figura Pasquale Cariello, attuale sindaco di Scanzano Jonico, che è stato coinvolto in questo complesso caso di criminalità organizzata.

I dettagli dell’operazione

Nel contesto dell’operazione ‘Mare Nostro’, le forze dell’ordine hanno sequestrato un ingente quantitativo di denaro e beni, rivelando la portata delle attività illecite associate al clan. In particolare, sono stati confiscati circa 200 mila euro in contanti e 40 mila euro in buoni fruttiferi, in un’azione volta a smantellare le operazioni dei gruppi criminosi che controllano il territorio. La procura di Matera ha firmato 16 delle ordinanze di fermo emesse, mentre altre cinque sono state firmate dalla procura di Taranto. L’operazione ha visto mobilitate oltre 200 unità della polizia, dimostrando l’importanza attribuita a questa indagine.

Il procuratore distrettuale antimafia, Francesco Curcio, ha enfatizzato il lavoro sinergico tra le forze di polizia e le istituzioni giudiziarie, necessaria per affrontare queste realtà mafiose radicate. I fermi sono stati emessi in seguito a un’attenta indagine che ha rivelato l’esistenza di un’associazione di stampo mafioso impegnata principalmente nel settore della pesca. Questa organizzazione era in grado di estorcere pagamenti ai pescatori per consentire loro di operare in aree di mare sotto il loro controllo.

Le accuse contro pasquale cariello

Pasquale Cariello, il sindaco di Scanzano Jonico e ex consigliere regionale, è stato oggetto di indagine dai magistrati per turbativa di funzione religiosa, aggravata dall’accusa di associazione a delinquere di tipo mafioso. L’accusa specifica risale al giorno di Ferragosto, dove si sostiene che Cariello, di propria iniziativa, abbia disturbato lo svolgimento della tradizionale ‘Processione della Madonna del Mare con le barche’. Secondo il procuratore Curcio, il sindaco avrebbe fatto eseguire un inchino con la statua della Madonna nei pressi di uno stabilimento balneare riconducibile al clan Scarci-Scarcia, generando preoccupazioni circa l’influenza mafiosa sull’evento religioso.

In seguito all’emissione di un’informazione di garanzia, Cariello ha subito una perquisizione, un passo formale ma necessario nelle indagini in corso. Le implicazioni legali e sociali per un sindaco in carica sono di particolare rilevanza, tanto più in un contesto in cui la criminalità organizzata sembra aver preso piede in aree tradizionalmente legate a cultura e tradizione.

L’attività criminosa del clan

Il clan in questione ha operato nel tratto di mare compreso tra le province di Matera e Taranto, instaurando un vero e proprio monopolio sulla pesca locale. Gli investigatori hanno rivelato che non solo imponevano ai pescatori di pagare per accedere alle acque controllate, ma utilizzavano anche metodi violenti per garantire l’adesione a queste pratiche. La pressione esercitata da tali gruppi mafiosi si traduceva in una gestione abusiva delle risorse marittime, creando un clima di paura e oppressione tra i lavoratori del settore.

Le attività criminose del clan non si limitavano però alla sola pesca, e un’importante parte delle operazioni incluse minacce e intimidazioni varie per garantire il rispetto delle imposizioni. L’organizzazione ha speso anni a consolidare il proprio controllo, stabilendo relazioni di conferimento e gestendo i profitti derivanti dalle attività illecite in modo sistematico, al punto da rendere impossibile per i pescatori operare senza il consenso del clan.

Questa vasta operazione, che segna una tappa cruciale nella lotta contro la mafia nella regione, rappresenta anche una risposta concreta a un problema radicato da diversi anni. La Procura ha messo in evidenza l’importanza del monitoraggio costante e della collaborazione tra le varie forze di polizia per prevenire e contrastare fenomeni di questo genere, nell’ottica di garantire una maggiore sicurezza e legittimità sociale.

Ultimo aggiornamento il 2 Ottobre 2024 da Donatella Ercolano

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