L’operazione Nico, condotta dai Carabinieri, ha permesso di sgominare la pericolosa piazza di spaccio gestita dalla famiglia del clan Di Silvio. Questa operazione è stata avviata in seguito alle rivelazioni di Carmine Di Silvio, alias Belvo, figlio e nipote dei principali indagati Antonio “Cavallo” e Ferdinando “Macciò”, che ha deciso di collaborare con gli investigatori.
La collaborazione di Carmine Di Silvio
*Carmine Di Silvio*, trentenne da tempo in conflitto con i propri familiari, ha deciso di rompere il silenzio e ha fornito importanti dichiarazioni agli inquirenti, permettendo di fare luce sugli affari di famiglia nel mondo dello spaccio. Le sue rivelazioni hanno confermato quanto già affermato dai collaboratori di giustizia e hanno svelato dettagli inediti sulle gerarchie e i ruoli all’interno della rete criminale.
Conferme inattese
*Le informazioni fornite da Carmine Di Silvio sono state confermate non solo dai collaboratori di giustizia, ma anche dalle testimonianze della moglie e della cognata del diretto interessato. Queste nuove conferme hanno permesso ai Carabinieri di mettere in luce le attività illecite di una famiglia che, seppur evitando le luci della ribalta per anni, era attiva nel traffico di sostanze stupefacenti in maniera discreta.
L’inchiesta coordinata
Tutte queste informazioni hanno portato all’apertura di un’inchiesta coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma che ha portato agli arresti di diversi membri della famiglia Di Silvio. Grazie a questa operazione, i Carabinieri sono riusciti a smantellare una pericolosa organizzazione criminale che per anni era riuscita a sfuggire alle indagini.
Approfondimenti
- Nel testo viene menzionata un’operazione condotta dai Carabinieri chiamata Nico, volta a sgominare una pericolosa piazza di spaccio gestita dalla famiglia del clan Di Silvio. Questa operazione è stata avviata in seguito alle rivelazioni di Carmine Di Silvio, soprannominato Belvo, figlio e nipote dei principali indagati, Antonio “Cavallo” e Ferdinando “Macciò”.
Carmine Di Silvio è un trentenne in conflitto con i propri familiari che ha deciso di collaborare con gli inquirenti, fornendo importanti informazioni sulle attività illecite della sua famiglia nel mondo dello spaccio. Le sue rivelazioni hanno confermato quanto sostenuto dai collaboratori di giustizia e hanno svelato dettagli inediti sulle gerarchie e i ruoli all’interno della rete criminale.
Le informazioni fornite da Carmine Di Silvio sono state confermate non solo dai collaboratori di giustizia, ma anche dalle testimonianze della moglie e della cognata del diretto interessato, rafforzando il materiale investigativo sui Di Silvio e le loro attività criminali legate allo spaccio di droga.
Tutte queste informazioni hanno portato all’apertura di un’inchiesta coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, che ha portato agli arresti di diversi membri della famiglia Di Silvio. Grazie a questa operazione, i Carabinieri sono riusciti a smantellare una pericolosa organizzazione criminale che per anni era riuscita a sfuggire alle indagini.
Carabinieri: si tratta di una forza di polizia italiana, dipendente dal Ministero della Difesa, che si occupa di polizia giudiziaria e militare.
Nico: nome in codice dell’operazione condotta dai Carabinieri per smantellare la piazza di spaccio gestita dalla famiglia Di Silvio.
Piazza di spaccio: luogo dove si svolge lo spaccio di sostanze stupefacenti, spesso gestito da organizzazioni criminali.
Di Silvio: il clan criminale a capo della piazza di spaccio smantellata nell’operazione.
Carmine Di Silvio: il figlio e nipote dei principali indagati del clan Di Silvio, che ha deciso di collaborare con gli inquirenti.
Antonio “Cavallo” e Ferdinando “Macciò”: i principali indagati del clan Di Silvio coinvolti nell’operazione.
Direzione Distrettuale Antimafia di Roma: l’autorità giudiziaria responsabile della lotta alla criminalità organizzata e alle attività mafiose nella regione di Roma.